Crisi Aziendali

Melegatti, tempo scaduto e niente concordato


Nessun piano di salvataggio sul tavolo dei giudici, ora si spera in un fondo di investimento internazionale

Il tempo è scaduto e sul tavolo dei giudici chiamati a vagliare la proposta di concordato non è arrivato nulla. E così, il destino della Melegatti è ormai appeso ad un filo. Un filo che porterebbe ad un fondo di investimento internazionale. Ma ricapitoliamo. Oggi, 7 maggio, era l'ultimo giorno utile alla storica azienda dolciaria di San Giovanni Lupatoto per presentare una proposta di concordato ufficiale, dopo la domanda già inoltrata il 7 novembre scorso. In Tribunale, tuttavia, non è stato depositato nulla. Si apre, quindi, tecnicamente, la strada del fallimento. Tuttavia, prima che il tribunale di Verona dichiari inammissibile la domanda del 'concordato fantasma' passeranno circa una ventina di giorni a partire da oggi. Ed è in questo lasso di tempo che l'azienda potrebbe ancora presentare un piano di rilancio credibile, a quanto pare col sostegno di un fondo di investimento internazionale. Non lo stesso che ha finanziato in extremis la campagna natalizia e nemmeno quello guidato da Hausbrandt, l'azienda trevigiana che da mesi aveva annunciato l'intenzione di 'salvare' un'eccellenza made in Italy come Melegatti. Ma poi, sembrerebbe che i conti in rosso della ditta dolciaria, a quanto pare ben più consistenti rispetto agli iniziali 27 milioni di euro, abbiano innescato il dietrofront dei produttori di caffè triestini.


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