L’amministratore unico Vinella, si arrende, seppur pronto ad una soluzione diversa, dice.
Il saluto è stato veloce, la delusione tanta, troppa; le parole, poche, sono andate ad ufficializzare ciò che i tifosi attendevano dalla scorsa settimana. Non c’è stato tempo da perdere. Oggi, l’amministratore unico del Bari, Franco Vinella, andrà a presentare i libri contabili della società, in Tribunale. Arrivati a questo punto, diventa improbabile che già il prossimo lunedì, l’istanza di fallimento che è stata avanzata, venga portata in camera di consiglio per l’emanazione della sentenza ed avviare, in tutti i sensi, le procedure fallimentari.
Attraverso un intervento del presidente del Tribunale di Bari, Luca Fò, si potrebbero, però, accelerare i tempi, garantendo una svolta. Al contrario, tutto andrà a slittare al prossimo 17 marzo, quando dovrebbe esserci la nomina di un curatore fallimentare, che sia propedeutica all’asta per l’aggiudicazione del titolo sportivo alla nuova società che dovrebbe permettere alla città di rimanere almeno tra i professionisti.
Per quanto riguarda Vinella, ieri quest’ultimo ha reso pubbliche le sue decisioni attraverso una comunicazione che si è conclusa, poi, con la lettura di una nota molto breve e concisa.
“Nella mia qualità di amministratore unico e legale rappresentante dell'A.S. Bari S.p.A., comunico che in esecuzione alla delibera assembleare del 24 febbraio scorso, provvederò venerdì 7 al deposito del ricorso per dichiarazione di fallimento della società da me rappresentata, presso il competente Tribunale di Bari. Preciso che, nel frattempo, la società è stata sottoposta al rituale controllo di monitoraggio da parte dell'Agenzia delle Entrate per conto della Figc, ed è interessata da una verifica generale. Prendo questa decisione in adempimento dei miei obblighi di Amministratore e in ottemperanza della predetta delibera assembleare, ma con il rammarico di non aver potuto concludere una trattativa di diversa procedura che era già stata avviata concretamente”, ha dichiarato Vinella.
Sebbene la situazione sia sicuramente quella di una crisi irreversibile, come hanno testimoniato gli stessi azionisti nell’ultima assemblea dei soci, il dirigente pugliese, con la sua vera e propria passione per la squadra, non avrebbe lasciato morire il Bari facendo scelte diverse anche per poter assicurare un migliore e graduale soddisfacimento di tutti i creditori ed una buona salvaguardia di quanti a vario titolo, con impegno, dedizione e spirito di sacrificio, sostengono attività lavorative per il Bari calcio.