Crisi Aziendali

Laica, congelato il piano 'salva Pernigotti'


Il progetto per rilevare lo stabilimento di Novi Ligure e rilanciare lo storico marchio dolciario rinviato al 2020: "Mancano i tempi tecnici per essere presenti sul mercato natalizio con volumi produttivi adeguati"

Congelato per un anno il piano 'salva Pernigotti' presentato da Laica. La storica azienda dolciaria di Arona (NO), capofila di una cordata di imprese piemontesi che sinora erano state le uniche a depositare al Ministero dello Sviluppo economico un piano particolareggiato per rilevare e rilanciare lo stabilimento Pernigotti di Novi Ligure, ha deciso di rinviare l'operazione al 2020. Secondo i vertici di Laica, infatti, mancherebbero in questo 2019 i tempi tecnici per essere a regime con la produzione per i mesi clou del cioccolato, ossia l'autunno e in particolare il periodo natalizio. L’azienda dolciaria aronese aveva chiesto alla proprietà dello stabilimento Pernigotti, la società turca Toksoz, di riavviare il più presto possibile i macchinari al fine di ripartire con la produzione da metà maggio per poi rilanciare lo storico marchio del cioccolato di Novi Ligure. I tempi però si sono allungati, gli impianti non sono stati riavviati e Laica ha deciso di posticipare l'operazione. Queste le dichiarazioni di Andrea Saini, amministratore delegato di Laica: "Il nostro piano prevede la ripartenza dell’azienda con 40 addetti ed un costo annuo per l’affitto di immobile e impianti di 400 mila euro. Bisogna però considerare i tempi per il perfezionamento di un accordo commerciale di questo genere, poi quelli per trovare l’accordo con il sindacato per i 40 dipendenti e quelli necessari a far ripartire gli impianti". Impossibile, dunque, secondo Laica, far quadrare il tutto entro il 2019, soprattutto perché - afferma Saini - partire con la produzione entro maggio sarebbe stato indispensabile per raggiungere i volumi sufficienti per essere ben presenti sul mercato natalizio, volumi importanti dato che parliamo di un marchio molto noto come Pernigotti". Laica, tuttavia, non sembra intenzionata a tirarsi indietro dall’affare Pernigotti: "Il nostro progetto è ambizioso e ancora valido, vogliamo salvare la fabbrica e i 40 posti di lavoro per valorizzare uno storico marchio del made in Italy".

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