La Rozzoni Agri di Treviglio ha una situazione in fase di aggiornamento. Infatti, le banche ed i fornitori della Rozzoni Agri Srl di Treviglio (che ha una sua sede operativa a Brignano Gera d'Adda) hanno approvato ad ampia maggioranza (il 98% dei voti favorevoli) il piano di concordato preventivo in continuità che è stato proposto dalla Famiglia Rozzoni, in totale assistenza dallo Studio Porcaro Commercialisti & Avvocati.
Il Gruppo Rozzoni è un grande gruppo a cui la società appartiene ed opera da circa trent'anni
La società fa parte del “Gruppo Rozzoni”, e presta la sua lunga attività da ormai più di trent’anni nel settore della vendita di trattori, attrezzature agricole, ricambi e giardinaggio, nonché risulta la concessionaria ufficiale e centro di assistenza tecnico autorizzato per le Provincie di Bergamo, Lodi e Cremona facente riferimento a ben noti marchi.
La Rozzoni Agri è stata sempre molto attenta ai cambiamenti tecnici
I risultati raggiunti sono venuti fuori grazie alle politiche adottate nel corso del tempo, che avevano prestato sempre attenzione alle innovazioni, alla qualità e alle richieste della clientela. L'anno scorso, in ogni caso, la Rozzoni Agri ha chiesto ai giudici della sezione fallimentare del Tribunale di Bergamo, Giudice Delegato Giovanna Golinelli, di ottenere l'ammissione alla procedura di concordato preventivo.
Era necessario trovare un accordo con i creditori. Questa esigenza è venuta fuori quando l'azienda ha dovuto affrontare una grande crisi economica, che poteva essere imputata in via principale alla bassa marginalità dei prodotti core business che erano diretti alla vendita. Nonostante ci fosse la richiesta da parte del mercato di spendere la tipologia di tali prodotti, considerati di bassa gamma, non si è potuto ottenere un buon margine lordo che coprisse i costi di gestione e di struttura.
La Rozzoni Agri ha per altro sofferto della vasta crisi del settore che ha portato da un lato a far cadere il fatturato e dall'altro a gestire con difficoltà il portafoglio dei clienti, che erano di difficile gestione del portafoglio della clientela, diventati ancor più insolventi.
Nel luglio 2014 il Tribunale di Bergamo, ha dichiarato la fattibilità della strategia ideata dall’advisor Studio Porcaro, che si è formalizzata nel piano industriale che ha condotto ad uno stravolgimento del business, ammettendo il concordato preventivo della Rozzoni Agri, producendo un risultato tale da rendere ancora più certa la praticabilità di affidabili soluzioni che siano un'alternativa al fallimento o al concordato meramente liquidatorio.
Oggi, attraverso il voto favorevole dei creditori, la Rozzoni Agri, lineare con le previsioni del piano concordatario, sta continuando l’attività senza difficoltà. Inoltre, relativamente ad un debito di circa 5 milioni di Euro, il piano fa rientrare il pagamento integrale dei creditori privilegiati e il soddisfacimento dei creditori chirografari in una misura pari al 34% circa. La salvezza della Rozzoni Agri non andrò a creare conseguenze negative, dunque, sui dipendenti. Con lo strumento del concordato preventivo, l’azienda potrà tornare a dedicare al business le attenzioni e le risorse necessarie.
Stando alle tante crisi aziendali che hanno interessato la provincia di Bergamo, il ricorso per tempo alla procedura concordataria può portare seriamente ad impedire la desertificazione industriale del territorio.
A Chiavari è partito, invece, il concordato Lames
Con una decisione lampo (l’udienza si è svolta una settimana fa), l'altra mattina il collegio giudicante – che è stato formato da Renato Delucchi, presidente, Franco Davini e Roberto Bonino - ha deciso di emettere il verdetto, positivo.
Sono stati sottoposti a respingimento i cinque ricorsi ed è stato omologato il concordato preventivo in continiuità.
“Il ruolo di Lames sul territorio, il numero di dipendenti, l’impatto sull’indotto hanno pesato sulla decisione – ha spiegato il commissario giudiziale, Aldo Borrelli - Sono soddisfatto perchè questo è il frutto di oltre un anno di lavoro. Un risultato positivo per i lavoratori, per la città e per l’intero comprensorio”. Borrelli ha eliminato la possibilità che gli oppositori (Agenzia provinciale delle entrate, Inps, Aosta factor e due studi professionali) possano riuscire ad impugnare la sentenza del tribunale di Genova. “Potrebbero farlo solo se ravvisassero vizi procedurali di legittimità - chiarisce il commissario - Escludo accadrà. L’azienda rimarrà sotto controllo per i prossimi cinque anni e sarà mio compito verificare che l’andamento segua le linee guida del piano industriale, sulla base delle quali il 67,987 per cento dei creditori ha votato a favore del concordato”.
Lames, in virtù del concordato, ha eliminato del tutto il rischio fallimento e ha inscritto un percorso per fronteggiare i debiti (78 milioni di euro) che si sono accumulati nel tempo. La notizia dell’avvenuta omologazione viene riferita ieri mattina dal presidente del collegio (nonché presidente della sezione fallimentare del tribunale genovese, Delucchi) al commissario Borrelli che, subito dopo la lettura della sentenza, ha inviato l'informazione all’azienda.