Il fallimento impresa in Italia, soprattutto dal 2008 in poi, sta costringendo sempre più imprenditori oberati dai troppi debiti a compiere una tragica scelta. Solo agli inizi del 2012, 23 persone si sono tolte la vita a causa delle tasse, della burocrazia e della carenza di liquidità (fonte: Il Fatto Quotidiano). E proprio in quell'anno, il governo presieduto da Mario Monti ha emanato la legge numero 3 del 27 gennaio 2012, la cosiddetta norma "salva suicidi" (fonte: www.diritto.it). Ma in che cosa consiste questa normativa? Ha apportato dei cambiamenti significativi? E può ancora essere uno strumento utile per gli imprenditori che fronteggiano la nuova crisi economica causata dalla pandemia Covid-19?
In cosa consiste?
La norma "salva suicidi", più ufficialmente nota come "Disposizioni in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovraindebitamento", consiste in una procedura destinata ai privati cittadini e alle piccole imprese che non sono soggetti al fallimento. Questa procedura permette loro di evitare il suddetto fallimento grazie a un accordo agevolato con i creditori che punta a estinguere completamente i debiti. Con la parola "sovraindebitamento" si intende una condizione in cui il debitore è impossibilitato a estinguere il suo debito con i suoi creditori. Tra i debiti, possono esserci le cartelle di Equitalia. La legge comprende degli sconti spesso sostanziali a favore dei debitori (fonte: www.diritto.it).
Chi risponde ai requisiti per accedere alla norma "salva suicidi" può presentare un piano di gestione di uscita dalla crisi presso il proprio tribunale fallimentare di riferimento. Se il giudice approva il suddetto piano, allora i debitori saranno messi nelle condizioni di uscire dallo stato di sovraindebitamento. Pertanto, essi saranno liberi di poter gestire le proprie risorse. In alternativa, saranno messi nelle condizioni di poter estinguere i propri debiti, liquidando tutti i beni in loro possesso. In entrambi gli scenari sopra descritti, i creditori dovranno attenersi a quanto ha deciso il giudice del tribunale fallimentare. Di conseguenza, essi dovranno procedere alla cancellazione sia di ipoteche che di pignoramenti (fonte: www.diritto.it).
I risultati
L'applicazione della norma "salva suicidi" ha portato a molteplici esiti positivi, a quasi un decennio dalla sua emanazione. In diversi casi, i beneficiari della legge sono usciti da una situazione destinata a perdurare tutta la vita. Per questione di spazio, ecco quattro esempi. Nel 2017, il tribunale fallimentare di Ferrara ha consentito a un rappresentante di commercio di versare la somma di 21.000 euro contro un debito complessivo di 160.000 euro (fonte: Estense.com). Nel 2019, il tribunale fallimentare di Verona ha invece consentito a un ex imprenditore residente a Garda di pagare 23.600 euro, invece della somma complessiva di 130.000 euro che aveva contratto con i suoi debitori (fonte: L'Arena).
A inizio 2020, prima dello scoppio della pandemia da Coronavirus e della conseguente crisi economica, il tribunale fallimentare di Lodi ha permesso a un pensionato assistito dallo studio legale Pagano & Partners di versare la somma di 45.000 euro entro i prossimi cinque anni, a fronte di un debito complessivo che ammontava a 112.000 euro (fonte: Il Giorno). Quest'anno, e solamente un paio di giorni fa, il tribunale fallimentare di Parma ha invece consentito a un ex imprenditore edile di effettuare il pagamento di soli 18.000 euro su un debito complessivo che si aggirava sui 491.000 euro. Una somma che dovrà saldare a rate nei prossimi cinque anni (fonte: La Repubblica).
Lo scenario odierno
A inizio 2021, l’Osservatorio suicidi della Link Campus University di Roma ha registrato 42 suicidi tra i mesi di marzo e maggio 2020 (fonte: sito dell'Osservatorio "Suicidi per motivazioni economiche" della Link Campus University). L'Università Sapienza di Roma ha inoltre dichiarato che le vittime di suicidio registrate fino a settembre 2020 ammontano a 71 persone (fonte: La Repubblica). Più della metà dei suicidi è stata causata da motivi economici. Tra le vittime ci sono gli imprenditori che, in seguito ai lockdown, hanno dovuto sospendere o concludere l'attività (fonte: Quotidianosanità.it). Queste misure di emergenza, introdotte per contrastare la diffusione del Coronavirus, hanno infatti comportato la contrazione o l'aumento dei debiti delle imprese.
Sempre a marzo 2021, si è posto l'accento sulla necessità di ricorrere alla norma "salva suicidi". Infatti, una ricerca condotta dalla Doxa, azienda specializzata in sondaggi d'opinione, 3 famiglie su 10 non potrebbero sostenere una spesa improvvisa di 2.000 euro e 6 famiglie su 10 faticano ad arrivare alla fine del mese. Questo anche alla luce delle nuove normative a proposito dei debiti emanate dall'Autorità bancaria europea. Con queste normative, le famiglie con uno scoperto di 100 euro e le imprese con uno scoperto di 500 euro per più di 90 giorni vengono iscritte immediatamente alla Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria (CRIF). Saranno così considerate come delle "cattive pagatrici" (fonte: Money.it).
L'aggiornamento
Col Decreto legge numero 319 del 24 dicembre 2020, ovvero il Decreto Ristori, il governo di Giuseppe Conte ha modificato la norma "salva suicidi". I cittadini privati e i piccoli imprenditori potranno cancellare i propri debiti senza dover versare denaro. Ma questo a patto che siano in grado di dimostrare di meritarsi questa concessione, oltre che di non possedere alcun bene o capitale da offrire per il pagamento dei propri debiti. Inoltre, anche i lavoratori dipendenti possono cominciare a beneficiare della legge, laddove prima ne erano esclusi. Il tribunale di Napoli è stato il primo ad applicare la nuova norma (fonti: Vita Bookazine, Il Fatto Quotidiano e Il Resto del Carlino).
La norma "salva suicidi": conclusione
Ora più che mai, sia i cittadini che gli imprenditori indebitati intendono uscire dal fallimento che li minaccia. Ma non solo. Chi porta il peso dei debiti sono anche le famiglie e/o i dipendenti a carico dei debitori. Scongiurare quanti più casi di suicidio possibili aiuterà le famiglie a godere della compagnia del loro caro. Ma allo stesso tempo, aiuterà i dipendenti a guadagnare il proprio sostentamento e mantenere i propri familiari grazie alla fiducia dimostratagli dal datore di lavoro. Non è infatti raro che una delle conseguenze della condizione di sovraindebitamento in cui versano gli imprenditori sia l'allontanamento dei dipendenti. Che in questo modo diventerebbero dei debitori a loro volta.