Stando alle stime dell’advisor Kpmg il 100% della società vale da 6,6 a 7,0 milioni di euro. Saranno probabilmente messi in vendita i 2/3 delle quote, come preventivo d'acquisto saranno dunque necessari meno di cinque milioni.
Il bando per il Porto 2000 dovrebbe esserci a Marzo.
Secondo il segretario generale Provinciali sarebbe necessario restringere i tempi. Infatti, la stima potrebbe aumentare da parte dell'advisor a causa dello scadere della concessione. Intanto arriva il placet per la clausola salvaguardia per tutelare i lavoratori.
Intanto dai dossier riservati Kpmg l'affare non sembra essere sicuro: anzi, nell’indagine di mercato effettuata dall’advisor la matrice Swot che indica i punti di forza e quelli di debolezza segnala rischi di insuccessi in ben tre scenari su quattro. Si parla, infatti, di alto rischio in uno solo dei casi e di elevato rischio di asta deserta in tutti gli altri.
Ili Kpmg vuole sicuramente orientare la scelta dell’Authority (e della Camera di commercio): privatizzare meno del 50% sarebbe un fallimento, ma anche privatizzare immediatamente più del 50% sarebbe inopportuno se non si risolvono due problemi: la durata residua della concessione fino al 2019, che è quindi breve e l'incertezza degli accosti.
Stando al bando presentato da Massimo Provinciali il candidato dovrà aver gestito un terminal crociere avente un volume di traffico almeno pari a quello di Livorno
Ladvisor Kpmg sta cercando di risolvere solo uno dei problemi quando dice che l’unica positiva fra le quattro opzioni riguarda la privatizzazione di una quota superiore al 50% ma purché venga estesa la concessione.
E Massimo Provinciali sembrerebbe concentrato su questo quando diche che la Kpmg andrà a rivedere le stime al rialzo sull'intero valore societario. Ovvero, detto in altri termini, l’Authority vuole prolungare la concessione probabilmente fino al 2030, e dunque anche i valori di mercato saliranno.
Va detto, però, che la Porto 2000 ha gran parte della propria attività esternamente sua concessione. E la fa in casa altrui all’84.8% del proprio fatturato crociere: su 4,7 milioni complessivi giungono 1,6 dal Molo Italia e soprattutto 2,3 milioni dall’Alto Fondale, dove la concessione in mano alla Cilp (portuali) non è certo prossima a scadere.
Non ci sono però patti con una previsione a lungo raggio per i portuali che gestiscono quegli spazi e sul quale il Prg portuale non ancora entrato in vigore darà esecuzione ad una estensione del porto passeggeri.
La società che gestisce il porto passeggeri sarà il numero 2 di Palazzo Rosciano, ovvero Piccini.
Costalli (Cciaa) ritiene che la privatizzazione non possa essere gestita da chi non vuole realmente investire in ciò.
Il calo del prezzo del Porto 2000 è però generato anche da altri aspetti, come ad esempio l'andazzo dei conti. Guardando al fatturato, infatti, possiamo notare che dai 14,3 milioni di euro nell’anno in cui i passeggeri investivano in crociere, il 2012, è probabile che lo scorso anno, con un flusso di turisti delle love boat crollato sotto quota 627.000, si siano sfiorati i 10-11 milioni di euro. Relativamente agli utili: rischiano di essere ridotti al minimo eppure hanno quasi sfiorato i 700.000 euro al netto delle imposte. Non solo: relativamente ai costi, tanto dal sindacato che dalle istituzioni locali si insiste al fine di inserire la clausola di salvaguardia che possa provvedere alla tutela dei 107 lavoratori, ovvero molto meno della metà dei quali stagionali. Si tratta di costi che sono compresi fra i 3,8 e i 4 milioni di euro annui.
Anche il canone concessorio sembra essere un problema. Tocca i due milioni di euro da pagare all’Authority. Probabilmente il più alto di tutto il porto, ma dettato, si presume dall'intenzione di scremare gli utili e portarli a Palazzo Rosciano prima di diventare tassabili.
Infine va aggiunto che la Porto 2000 si mostra alla privatizzazione praticamente priva di patrimonio. Il grosso è stato condotto via dalla Porto 2000 e messo nella cassaforte della Porto Immobiliare, fuori dalla privatizzazione. Non sono briciole: per singolare capriccio di una storia lunga apparentemente un secolo, buona parte degli spazi del porto passeggeri appartiene ai privati.
Ciò che sarà venduto non è tanto la società in quanto tale ma il suo ruolo esclusivo
Non è tanto la società ad essere messa in vendita, quanto il ruolo esclusivo che ha: chi la sta controllando ha in mano l'intero business delle crociere a Livoro, uno dei primi 5-6 porti italiani. E' una risorsa davvero difficile da stimare.
“Non la vendiamo all'asta per fare cassa, dunque quel che ci interessa è una strategia di sviluppo con un significativo piano industriale di investimenti”, dice Provinciali. E conferma l'idea di prolungare la cessione. Aggiunge che però nel provvedimento relativo alla concorrenza c'è il blocco della proroga sulle concessione. Il bando arriverà, intanto a metà mese.