Amministrazione Straordinaria

Invenduta Antonio Merloni dopo amministrazione straordinaria


E’ grande la preoccupazione per lo scenario di incertezza che si apre dopo la sentenza della Corte di Appello di Ancona che va a confermare l’annullamento della vendita dei compendi industriali umbro marchigiani della Antonio Merloni in Amministrazione alla J&P Industries Spa.

Per quanto riguarda i giudici, la cessione degli asset del gruppo elettrodomestico fabrianese, che è stata impugnata dalle banche creditrici, è stata incanalata su presupposti sbagliati: la perizia è andata a “sopravvalutare la redditività negativa, calcolata non in riferimento ai due anni stabiliti per legge ma in quattro anni, ‘’con un conseguente deprezzamento dei beni oggetto di cessione’’ (i complessi aziendali di Marche e Umbria). Tanto che il Ctu nominato dal Tribunale di Ancona dopo il ricorso degli istituti di credito, ‘’è pervenuto ad una stima quasi cinque volte superiore’’. In 65 pagine di decreto, i giudici di secondo grado ricordano a più riprese che la stima di un’azienda e dei suoi beni ‘’deve seguire i criteri indicati dalla legge, pur potendo gli organi della procedura discostarsi dal prezzo di cessione così stabilito, che non costituisce un limite invalicabile’’. E comunque ‘’la procedura di amministrazione straordinaria delle grandi imprese non deve necessariamente concludersi con la cessione dell’azienda a qualsiasi prezzo’’.

La sentenza è  esecutiva formalmente, nella sostanza è come se i commissari straordinari del Mise non avessero ceduto gli stabilimenti. Tale problema non è stata cosa da poco per il Ministero dello Sviluppo economico e la J. & P., che lo affronteranno indipendentemente dal ricorso in Cassazione.

Questo il discorso di Marini e Spacca: “A distanza di cinque anni e mezzo dall’avvio dell’amministrazione straordinaria e a due anni e mezzo dalla cessione degli assetts industriali, la decisione della Corte d’appello rischia infatti di rimettere in discussione un pezzo importante del programma di rilancio dello sviluppo industriale dell’area appenninica coinvolta dalla crisi della Merloni oltre che aprire una fase dagli esiti in questo momento non prevedibili rispetto alla prospettiva dei 700 lavoratori occupati dalla J&P Industries di cui 350 nello stabilimento di Nocera Umbra. Le Regioni Umbria e Marche avevano sollecitato un intervento del Parlamento che potesse contribuire a chiarire il quadro giuridico legato alle procedure di vendita di complessi aziendali nelle procedure di amministrazione straordinaria. In attesa delle motivazioni della sentenza e delle decisioni relative alla eventuale presentazione dei ricorsi presso la Corte di Cassazione da parte dei Commissari e del Ministero abbiamo inviato la ferma richiesta di un incontro urgente al Presidente del Consiglio dei Ministri per valutare tutte le iniziative necessarie a definire le prospettive per l’area di crisi ed i lavoratori interessati”.


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