“Io sono un pittore e inchiodo e incollo le mie immagini”. Queste sono le parole attraverso le quali Kurt Schwitters decise di presentarsi al mondo dell’arte. Nacque ad Hannover nel 1887 e si formò all’Accademia di Belle Arti di Dresda. E’ passato alla storia come uno dei principali esponenti del Dada tedesco, e come un pioniere delle moderne installazioni.
La sua arte è un insieme di molteplici elementi: detriti, scarti, pezzi provenienti dalla cultura industriale. Per mezzo delle sue opere, i confini tra arte e vita quotidiana sono annullati e tutto può diventare arte. “L’ho chiamato Merz: era una preghiera per la fine vittoriosa della guerra, vittoriosa perché ancora una volta la pace aveva avuto la meglio. E questo è Merz. Ho dipinto, inchiodato, incollato, composto poesie e sperimentato il mondo a Berlino”, sottolineava l’artista nel lontano 1930.
Christie’s il prossimo martedì 24 giugno, proporrà ai compratori, tra i pezzi più ricercati, anche “Ja-was? – Bild (‘Yes-What?-Picture’)”, una delle uniche tre opere di grandi dimensioni di questa prima serie rivoluzionaria di Schwitters ad essere ancora nelle mani dei privati. Si tratta di una tela di cm109x80, realizzata nel 1920, uno degli esempi più maturi e completamente integri di questa serie storica e particolarmente significativa.
“Ja-was? – Bild (‘Yes-What?-Picture’)”, stimato £4-6 milioni, è formato da uno spesso strato di manifesti di strada, giornali e altri volantini uniti tra loro, come se fosse realizzato con la cartapesta, una base sulla quale Schwitters è intervenuto con colori ad olio.
Coperchi di latta, ritagli di cartone e un assortimento di oggetti vari hanno completato l’opera e insieme alla cornice, ne diventano parte integrante. Singoli pezzi che si vanno a trasformare in un complesso di elementi ben amalgamati tra loro e interdipendenti gli uni sugli altri.
Durante la fine del 1918, Schwitters si era reso conto che tutto funzionava solo in relazione all’altro e che la restrizione ad un unico materiale è unilaterale e addirittura meschina.
A questo punto sono nati i Merz, che non sono altro che la somma delle singole forme d’arte, e spaziano dai Merz painting alla Merz poetry.
Come ha detto più volte l’artista: “Merz è una filosofia. La sua essenza è la spregiudicatezza assoluta e l’imparzialità. Merz significa plasmare relazioni, preferibilmente tra tutte le cose del mondo”.
Fu questa la vera rivoluzione. Come Schwitters aveva coniato il termine Merz da un frammento delle parole Kommerz und Privatbank che aveva tagliato e incollato su una delle sue prime opere, al risveglio dalla Prima guerra mondiale, la sua arte avrebbe dovuto coinvolgere e ri-assemblare gli elementi spezzati della vita urbana moderna e dare loro vita in nuove forme, che sarebbero state espressioni del trionfo dello spirito umano. Vicino a questa raccolta di detriti da un mondo ormai in declino, Schwitters incolla, inchioda e crea poesia, che non solo cuce un nuovo linguaggio formale, ma rivela anche l’esistenza di un ordine universale nascosto sotto strati di caos, ciò che rappresenta la confusione del mondo contemporaneo.