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Calcio: la Serie A sta perdendo 1,5 miliardi di euro e rischia il fallimento


Il calcio italiano sembra essere in crisi e mai come oggi la Lega di Serie A si trova a dover sciogliere nodi cruciali per il futuro, visto che in gioco c'è la sua stessa sopravvivenza. I 20 club di serie A soffrono a causa della crisi finanziaria derivante dal perdurare della pandemia. Questa situazione ha portato prima alla riduzione della capienza degli spettatori negli stadi. Si è prima passati a aprire a quote, dai mille spettatori iniziali alle 5000 presenze, per passare poi a ingressi percentuali, dove le quote oscillano tra il 50 e il 75%. Infatti, dall'inizio della pandemia gli impianti sportivi dei club di Serie A non hanno mai più avuto la possibilità di essere aperti al 100%.

Il rischio di fallimento è alle porte

Tutto contrasta con le decisioni prese da altri paesi, come ad esempio la Ligue One francese e la Premier League Inglese, dove gli stadi hanno già aperto al completo ritorno dei propri tifosi. La crisi italiana del calcio è profonda e tangibile. Non si può più nascondere nulla. Beppe Marotta, AD dell'Inter, squadra attualmente capolista, ha pubblicamente parlato di un vero e proprio rischio di fallimento del movimento sportivo. Il dirigente interista ha chiesto un tavolo ad hoc di confronto con Valentina Vezzali, ex atleta olimpica, ora sottosegretario con delega allo sport. A preoccupare la serie A calcio sono i dati recenti. I numeri derivanti da questi due anni problematici. In questo periodo il calcio ha perso 1,5 miliardi. Qualcosa si è provato a fare per evitare la serie a rischio fallimento. Il governo ha offerto dei ristori, si parla però dello 0,5% dei fatturati complessivi.

Rapporti tesi con la politica

Il clima della serie A calcio non è certo sereno. I diversi club non hanno risparmiato critiche verso la leadership politica. Lo stesso Aurelio De Laurentis, patron del SSC Napoli, ha ricordato perentoriamente al governo che i tifosi sono elettori. I sostegni diretti offerti al calcio italiano non sono stati consistenti come quelli avuti dal calcio francese, o dal mondo del cinema, che è riuscito a incassare oltre un miliardo. L'orizzonte appare poi meno sereno che mai visto che la Lega di Serie A rischia anche il commissariamento. Infatti si sta combattendo un'altra battaglia, tuttora in corso, ed quella del presidente Gabriele Gravina con la FIGC, cioè la Federazione Italiana Giuoco Calcio.

Tutto ancora da decidersi

La Lega Serie A avrebbe dovuto ricevere e quindi accettare e adottare, già a fine gennaio, le nuove norme contenute nello statuto federale. In questa modifica uno dei principali cambiamenti riguardava le decisioni a maggioranza semplice. Attualmente le decisioni vengono prese con una machiavellica maggioranza qualificata di tre quarti. Tutto ciò avrebbe dovuto evitare la formazione di blocchi e migliorare l'effettiva capacità di decisione dell'organo assembleare. Nulla è stato ancora deciso. Il rinvio ufficiale è stato accompagnato da una lettera dai toni poco conciliante. Vista l'ulteriore spaccatura tra le parti il malumore ha cominciato a diffondersi tra i vari club.

Dal Pino potrebbe dimettersi

Paolo Dal Pino, presidente di Lega, ha provato a essere collaborativo con Gravina. Dal Pino ha cercato una collaborazione istituzionale, ma sono venute a mancare le occasioni dove le istanze proposte dalla principale lega calcistica del nostro paese sono state favorevolmente accolte negli ambienti federali. Questo perché l'interesse principale della federazione non è quello di tutelare solamente la Serie A ma tutto il movimento calcistico italiano. Bisogna inoltre ricordare che la posizione di Dal Pino all'interno della Lega si è indebolita dopo aver perso la trattativa con i fondi d' investimento per la gestione dei diritti televisivi.


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