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Il cioccolato Peyrano si rilancia


Dopo il fallimento, il cioccolato torinese Peyrano, brand di punta della produzione della cioccolata made in Italy, si rilancia. A quasi un anno dalla chiusura dei centralissimi locali di corso Vittorio Emanuele II e del laboratorio di corso Moncalieri, lo storico marchio 'inventore' di cioccolatini artigianali senza tempo come i Gianduiotti o l'Alpino, è ripartito dai sette addetti che già lavoravano dentro i laboratori al momento del fallimento. A cambiare è la leadership di Peyrano, ora in mano al 34enne Alessandro Pradelli, che nell'azienda ha investito un milione di euro. Una laurea in Ingegneria Meccanica al Politecnico di Torino, poi la specializzazione negli Usa lavorando alla corte del prestigioso Boston Consulting Group e, infine, il ritorno in Italia. Con le idee molto chiare: ridare vita e slancio alla storica fabbrica di cioccolato della sua città e fare di Peyrano il Dom Pérignon del cioccolato. Nata nel 1914, guidata dalla combattiva Lucia Peyrano, l'azienda si era cimentata nella produzione di caramelle, rifornendo negli anni '30 anche la Casa Reale. Dopo la Prima Guerra Mondiale, insieme al fratello, la Peyrano si cimentò nella produzione di cioccolatini artigianali. Un’idea vincente, con i laboratori ritenuti per decenni i migliori d'Italia. Dopo alcuni dissidi familiari a metà degli anni '90, nel 2002 l'azienda inizia a perdere mercato e va in difficoltà. Il marchio viene acquisito dalla famiglia Maione di Napoli. Nel 2010, con il fallimento, i Peyrano tornano in possesso del marchio, ma il tentativo di rilanciare l’attività non va a buon fine. Si arriva quindi al febbraio scorso, al secondo fallimento e, da questa estate, all'ingresso di Pradelli che sembra aver riportato l'azienda sulla strada giusta.


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