Bancarotta

Grave inchiesta per Ma.Gi. Plast srl


Si parla di fatture fasulle per evadere l’Iva, scritture contabili fatte sparire, beni sottratti al fallimento per 120mila euro, una sede legale inesistente, un debito col fisco che ha raggiunto 1,6 milioni di euro, passaggi societari dove i dipendenti e macchinari venivano ceduti gratuitamente, subito prima del fallimento, a società di comodo, una bancarotta fraudolenta ben diretta e persino un amministratore che operava sotto falso nome grazie a documenti falsi che avevano ingannato persino un notaio.

Il mix pericoloso scoperto

Non siamo all’estero ma siamo in quel di Lucca, tra il 2009 e la metà del 2013. E' un mix pericoloso quello scoperto dalla Guardia di Finanza di Lucca, nell’ambito di un’inchiesta della Procura, diretta dal pm Piero Capizzoto, che ha portato all’arresto di due imprenditori, ex amministratori della Ma.Gi. Plast srl di via dell’Aione a Sorbano. Agli arresti e poi in carcere sono finiti Marco Del Dotto, 52 anni originario di Monte San Quirico e abitante alla SS.Annunziata, e Massimiliano Brigotti, 44 anni di Roma. Quest’ultimo è stato accusato di aver sempre agito sotto il falso nome di Massimo Ciarli, con il quale aveva assunto la carica di amministratore unico dell’azienda di materie plastiche dal luglio 2009 al gennaio 2013, raggirando uffici pubblici e anche un notaio lucchese, grazie a una carta d’identità e a una tessera sanitaria falsificate.

Mancano misure cautelari per gli altri due indagati

Non è presente alcuna misura cautelare verso gli altri due indagati, un 62enne piombinese residente a Campiglia Marittima (indicato come amministratore di fatto) e una donna di 47 anni romana, amministratore della Ma.Gi.Plast negli ultimi mesi di vita dell’azienda fallita il 20 maggio 2013.
I reati contestati, nell’ordinanza firmata dal gip Marcella Spada Ricci, comprendono la bancarotta fraudolenta, la bancarotta documentale, la falsità ideologica a quella materiale, nonché dall’emissione di fatture soggettivamente inesistenti, alla distruzione delle scritture contabili e all’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi.
Alla Ma.Gi.Plast sarebbero stati estorti beni per 120.000 euro, attraverso il ricorso a molteplici pagamenti senza causa del tutto ingiustificati, nonché all’impiego di amministratori di facciata a copertura di quelli di fatto.
Brigotti, alias Ciarli, insieme a Del Dotto (che era rimasto comunque amministratore di fatto) aveva portato all’errore un notaio negli atti dei verbali di assemblea, già a partire dal luglio 2009.

L’amministrazione fantasma della Ma.Gi. Plast

Ma.Gi. Plast da allora era stata amministrata da un fantasma. Era stata falsa anche la nuova sede legale in via della Canovetta 21 a San Pietro a Vico, risultata inesistente: un buon modo per depistare i creditori. Sparitae distrutta la contabilità, per non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari, ma anche per evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Le indagini della sezione di pg della Finanza hanno scoperto anche un passaggio di dipendenti, nonché la cessione a titolo gratuito di attrezzature ed avviamento, ad una società compiacente che aveva stessa sede (via dell’Aione a Sorbano) e lo stesso oggetto sociale della Ma.Gi. Plast appena fallita. Il tutto nonostante un debito tributario di ben 1.607.000 euro.


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