Crisi Aziendali

Abbigliamento: Forall in crisi, a rischio anche il futuro di Pal Zileri


Un nuovo duro colpo per la moda made in Italy. La proprietà di Forall, gruppo titolare dello storico marchio di abbigliamento maschile Pal Zileri, ha comunicato l'intenzione di chiudere la sua divisione produttiva, in pratica l'intero stabilimento di Quinto, in provincia di Vicenza, dove operano circa 250 dipendenti. Una decisione, ha spiegato l'azienda in una nota, “indispensabile al fine, perlomeno, di salvaguardare la continuità del marchio più noto e di non mettere così a rischio tutti i 400 posti di lavoro in gioco". Forall, e lo stesso brand Pal Zileri, sono controllati da Mayhoola group, la compagnia di investimenti in mano ai reali del Qatar che nel 2012 ha acquistato la maison Valentino per 710 milioni di euro. La proprietà, nella comunicazione inviata anche ai sindacati, ha parlato chiaramente di "una situazione di difficoltà che richiede interventi urgenti e non più differibili". Di mezzo, ovviamente, c'è la pandemia globale che avrebbe aggravato pesantemente - scrive l'azienda - "la peggior crisi che abbia mai colpito il settore dell’abbigliamento formale maschile di alta gamma". Crisi che nelle previsioni dei titolari "andrà a deprimere ulteriormente la domanda, con una contrazione che secondo le stime potrebbe arrivare fino al - 45%". Allo stato attuale, nello stabilimento di Quinto Vicentino si registrerebbe un eccesso di capacità produttiva di quasi due terzi, tanto che - si legge nella nota aziendale - "la struttura amministrativa non è più sostenibile sotto il profilo dimensionale". A livello finanziario, la drastica riduzione delle vendite e, quindi, degli incassi, ha causato una notevole sofferenza per Forall, acuita dalla difficoltà sempre crescente di reperire finanziamenti dal ceto bancario. "Il supporto dell’azionista, ininterrotto sin dal 2014 e pari a decine di milioni di euro ogni anno per sostenere liquidità e investimenti dell’azienda - spiega la proprietà - non è più sufficiente a garantire la continuità dell’attività produttiva". Dopo "aver vagliato tutte le possibili alternative con il supporto di primari advisor", dice ancora l'azienda, "l’unica soluzione possibile per assicurare un adeguato periodo di tutela ai lavoratori e, nel contempo, garantire un futuro a una parte dell’azienda, è l’adozione della cosiddetta procedura di 'cessazione attività' per il ramo produttivo". Tale procedura coinvolgerebbe direttamente il ramo produttivo di Forall, mentre - assicuramo i vertici - "lo storico brand Pal Zileri potrebbe conoscere un nuovo futuro permettendo il mantenimento di alcune decine di posti di lavoro in ruoli non inerenti la produzione". Forall intende poi proseguire nella ricerca di un partner industriale interessato ad acquisire lo stabilimento di Quinto Vicentino, detentore di un know how unico. I contatti già avviati con importanti brand nazionali e internazionali, spiega la proprietà, "richiedono ulteriore tempo per concretizzarsi, tempo che, senza l’adozione della procedura, non sarebbe possibile avere". Pertanto, nel rispetto dei rispettivi ruoli, "Forall auspica che le rappresentanze sindacali comprendano la scelta, essendo a conoscenza dell’impegno dell’azienda negli ultimi sei anni attraverso i continui investimenti dell’azionista e l’adozione, in passato e ancora oggi, di tutti i possibili ammortizzatori affinché i dipendenti subissero il minor impatto possibile della perdurante crisi del settore". Le organizzazioni sindacali, tuttavia, non ci stanno e così replicano: "Non possiamo condividere la decisione aziendale dato che non sono state vagliate altre soluzioni possibili per la salvaguardia dell’occupazione - scrivono - abbiamo quindi informato i lavoratori e proclamato lo stato di agitazione con sciopero immediato. Vogliamo dare un segnale all’azienda: siamo disponibili al confronto per ricercare soluzioni per la salvaguardia dell’occupazione togliendo dal tavolo il tema della chiusura dell’azienda".


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