Fedora e l'udienza sul concordato
Lo ha spiegato il commissario giudiziale del lanificio che ha intrapreso un’azione di escussione della fideiussione diretta all’immobiliare Arna che garantiva per il lanificio pratese. E' stato richiesto che l’immobiliare risponda di quanto garantito. Un iter, che se portato a buon fine, può arrivare alla vendita dei beni immobili per trattativa privata o all’asta e quindi, in vendita non sulla base delle perizie di cinque anni fa e oggi lontane dai valori immobiliari ma su un prezzo che va al ribasso.
Nonostante siano trascorsi cinque anni dal concordato, i debiti sono ancora tanti
Per i lavoratori del lanificio Fedora non è ancora avvenuta la riscossione di quanto dovuto. Gli immobili posti a garanzia non vengono venduti e nelle casse non ci sono entrate.
La società immobiliare Arna appartiene alla famiglia Nardi. La causa dell'assenza di vendite è dovuta alle difficoltà del mercato immobiliare ma comunque, si tende a criticare fortemente l'operato dell'imprenditore e del liquidatore Piero Nardi che, sembrerebbe essere spinto dall’interesse di non vendere in tempi brevi e di portare la situazione per le lunghe. In caso di fallimento, si può dire che sparirebbe la garanzia limitata alla procedura concordataria. “Un dubbio legittimo quello sulla posizione di Nardi – dice il commissario giudiziale del lanificio, Paolo Bastia – ma io posso dire che in questi anni si è dato da fare e soprattutto l’ha fatto senza percepire alcun compenso. Inoltre il concordato non prevede che si possa spossessare un imprenditore di ciò che è suo”.
Il concordato di Fedora ha un substrato non difficile da gestire
La situazione del concordato di Fedora non è semplice: i creditori non sono stati ancora pagati e le cose stanno andando per le lunghe. Neanche i lavoratori che dovrebbero essere i primi ad essere pagati assieme ai professionisti, hanno avuto ciò che volevano.
Il lanificio Fedora secondo quanto previsto nell’ultima lettera informativa non si è infatti tenuta al rispetto del pagamento delle rate di 8.909.116 euro a favore dei creditori privilegiati e di 1.528.910,73 euro a favore dei creditori chirografari. Importi per il cui recupero è stato incaricato l’avvocato Cristina Turcato. Il legale del foro di Bologna dovrà agire in giudizio verso il garante immobiliare Arna. Intanto nei giorni antecedenti falliscer la rifinizione del gruppo, la Fintes.
La Borsalino sta per arrivare al concordato preventivo?
La situazione della società è quanto delle più complicate possibili, il soggetto che ha la maggioranza è al centro di un'inchiesta internazionale, con la Procura che ha ordinato il sequestro delle quote, un'altra società alla quale appartiene il 17% dell'azienda in mano ad un curatore fallimentare, un contenzioso fiscale che ha generato una serie di problemi di liquidità. Questo è ciò che sta per far cadere la Borsalino, azienda famosa in tutto il mondo e con sede principale in provincia di Alessandria.
L'amministratore delegato Marco Moccia ha annunciato che “il consiglio di amministrazione sta valutando diverse ipotesi per far fronte alle difficoltà finanziarie e per mettere l'azienda nelle condizioni di proseguire l'attività”, ma nessuna decisione è stata ancora presa. Si sta delineando la via del concordato preventivo, un passo prima che si arrivi alla procedura fallimentare, concordato che salverebbe i dipendenti e, almeno in parte, i creditori. Ci sarà poi un incontro con i sindacati dell'azienda che ha circa 130 dipendenti tra stabilimento produttivo e rete commerciale.
Le difficoltà finanziarie della Borsalino non sono sconosciute
L'indebitamento è molto alto ma le vendite comunque ci sono. L'azienda, partì nel 1857, ed è un vero e proprio trend del Made in Italy.
Il Borsalino, che è un cappello di feltro incavato nella sua lunghezza a larghe falde, è dagli anni Quaranta a oggi una vera e propria icona di moda. Nel cinema lo portano dai banchieri, ai giudici, ai dangi, ai gangster, agli artisti. Chi potrebbe mai dimenticare Humphrey Bogart in Casablanca con il famoso trench di colore bianco, la sigaretta riposta agli angoli della bocca e il suo Borsalino mentre osserva con sguardo rapito, Ingrid Bergman allontanarso. Oppure Alain Delon e Jean-Paul Belmondo nel film Borsalino (1970), film che ha creato l'immagine del criminale bardato del famoso cappello. Poi c'è Harrison Ford in Indiana Jones, Roberto Benigni in molti dei sui film, Robert Redfort in La mia Africa, Nicole Kidman in Australia, Leonardo Di Caprio in Revolutionary Road. Il Borsalino è il cappello usato dalla star Michael Jackson nell'eseguire brani come Billie Jean o Smooth Criminal. Cosa c'è oggi nella vecchia fabbrica di Spinetta Marengo nata nel 1857? Solo la parte che è oggi un museo e sede universitaria, il resto è stato distrutto e sostituito da moderne costruzioni.