Bancarotta

Fallito il Giornale della Toscana: Verdini indagini concluse


Verdini, lo ricordiamo, è stato editore in passato e su di lui pendeva già un'accusa di truffa ai danni dello Stato. Stando a quanto sottolineano gli inquirenti avrebbe preso per circa 10 anni soldi dal Dipartimento per l'editoria per poter meglio prendere fondi, quando, in verità, gestiva società inesistenti.

Tra le accuse presente anche quella di bancarotta

2 milioni di euro di debiti verso i creditori non sono pochi, se si pensa che il Giornale della Toscana aveva ricevuto circa 12 milioni di contributi per l'editoria. Verdini avrebbe, dunque, commesso atti di distrazione. 
Si tratterebbe di un probabile quinto processo sulle spalle di Verdini che si aggiunge inesorabilmente a quello sull'appalto della scuola dei marescialli fiorentini, dove fu accusato di corruzione, nonché la vendita di un immobile a Roma che doveva realizzare una plusvalenza di 20 milioni di euro, dove fu accusato per finanziamento illecito; si aggiunge la cattiva gestione del Credito Cooperativo Fiorentino, tenuta da Verdini fino al 2010 dove fu accusato di associazione a delinquere e truffa, fino al caso P3 con l'accusa di corruzione dove si fa riferimento alla presunta loggia che avrebbe cercato di dirottare la sentenza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano, divenuta opera di dossieraggio contro Stefano Caldoro, attualmente presidente della Regione della Campania, allora primo candidato del centrodestra preferito a Nicola Cosentino, che fu indagato nella medesima indagine e con interessi sull'eolico in Sardegna (ricordiamo il rinvio di Ugo Cappellacci, l'ex governatore Sardo).
Verdini, non è stato neanche mai quasi presente in Senato, possiamo dire roba da Guinness. C'è da chiedersi se cercherà l'incontro con Renzi o con Berlusconi. 

I provvedimenti nei confronti di Verdini

La polizia valutaria della Guardia di finanza si è occupata di notificare gli avvisi di chiusura indagine ai soggetti sottoposti ad indagine, tra questi è presente Denis Verdini, accusato di bancarotta fraudolenta relativamente al fallimento della Società Toscana di Edizioni. I provvedimenti sono stati adottati dal pm di Firenze Luca Turco. Verdini ricopriva il ruolo di socio di maggioranza e amministratore di Fatto della Ste, società editrice del Giornale della Toscana. Indagati anche l’on. Massimo Parisi, coordinatore regionale di Forza Italia in Toscana e membro del consiglio d'amministrazione fino al 2008, Girolamo Strozzi Guicciardini, presidente del consiglio d'amministrazione sino al 2012, Enrico Luca Biagiotti (cda),  Pierluigi Picerno, amministratore e successivamente commissario liquidatore della società Ste sottoposta a procedura fallimentare a febbraio 2014.

La ricostruzione della Guardia di Finanza

Verdini è stato accusato di aver distratto 1,3 milioni di euro, per un totale di 2,6 milioni di euro. Accanto a lui è indagato Massimo Parisi. Stando a quanto rilevato dalla Gdf e procura di Firenze nel 2005 la Ste, che era allora in una parentesi di particolare gravità economica, aveva versato  1,3 milioni di euro ciascuno a Verdini e a Parisi per acquisire delle quote dalla Nuova Toscana editrice. Una operazione che non aveva alcuna valida ragione economica alla base. Le indagini relative a Verdini sono collegate con la questione P3. Negli atti delle indagini sul fallimento della Ste, società editrice del Giornale della Toscana, sono presenti i nomi della compagna e di un collaboratore di Flavio Carboni, Antonella Pau e Giuseppe Tomassetti, oltre agli esponenti di Fi Denis Verdini e Massimo Parisi. Pau e Tomassetti per ora non sono sottoposti ad indagine. Carboni è presente con Verdini nel procedimento romano sulla cosiddetta P3. Stando alle ricostruzioni della Guardia di Finanza, nel 2009 Pau e Tomassetti erogarono alla Ste un acconto da 800 mila euro, per comprare quote della Nuova Toscana Editrice, per una somma finale di 2,6 milioni di euro, quote che la Ste aveva acquistato nel 2004 da Verdini e Parisi. Anche questa operazione sembra non aver alcun fondamento economico. Parrebbe infatti posta in essere solo ed esclusivamente per rendere definitivo il trasferimento di   2,6 milioni di euro a Verdini e Parisi.

Le parole dell'avvocao di Verdini

Non ci sarebbe alcuna appropriazione indebita. Relativamente all'avviso di conclusione delle Nindagini preliminari notificato dalla Procura di Firenze a Verdini, il legale Marco Rocchi, sostiene vi sia una ricostruzione dei fatti abbastanza lacunosa. Nessuno tiene conto, a suo dire, che la società editoriale ha vissuto negli ultimi dieci anni proprio grazie ai versamente per ricapitalizzare i soci da parte del signor Verdini. Queste operazioni tanto discusse, sono proprio quelle che hanno consentito a diversi giornalisti di formarsi e crescere presso il Giornale della Toscana.


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