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Fallimenti in calo del 7,2% in Italia


Secondo quanto emerge dall’'analisi del fallimenti in Italia curata da Cribis D&B e aggiornata al 30 settembre 2015, in Italia starebbe proseguendo il calo dei fallimenti, già evidenziato alla fine del secondo trimestre dell’'anno. Difatti, sebbene in cifra assoluta le imprese che hanno portato i propri libri in tribunale nel corso del terzo trimestre siano pressochè uguali a quelle dello stesso periodo del 2014 (la differenza è di 11 unità su un totale di oltre 3 mila procedure avviate), il trend si dimostra cumulativamente in continuo calo, con 3.803 iniziative a fine marzo, 3.490 a fine giugno, e 3.013 a fine settembre. Complessivamente, il dato cumulato è sensibilmente migliore nel 2015, rispetto a quanto riscontrato nel 2014: 10.306 fallimenti nell'’anno in corso, contro gli 11.103 registrati nello stesso periodo dell’'anno precedente, con un passo indietro del 7,2%.

Trend dei fallimenti in Italia

Crif, la società cui è riconducibile Cribis D&B, sottolinea in tal proposito che si tratta di una buona notizia per il tessuto imprenditoriale italiano, a margine di un lungo periodo in cui il numero dei fallimenti ha registrato un trend di continua crescita. Ne è derivato che nel corso del terzo trimestre 2015 sono fallite in media 46 imprese al giorno (considerando le sole giornate lavorative), contro le 54 imprese al giorno del secondo trimestre. Rispetto a settembre 2009, l’ultimo periodo che ha “arginato” l’'esplosione del fenomeno, il dato è ad ogni modo ancora peggiorativo: un incremento del 63%, pur contro il 74% di un anno fa.

A questo punto, è altresì possibile spostare lo sguardo al 31 dicembre 2015, giorno in seguito al quale sarà possibile tirare le somme su un anno che, comunque, non eguaglierà la cifra record dei fallimenti conseguiti nel corso del 2014: ben 15.605 procedure. Complessivamente, dal 2009 ad oggi si contano invece 85.451 imprese che hanno portato i propri libri in tribunale.

Fallimenti per regione

Per quanto attiene la distribuzione sul territorio nazionale dei fallimenti – prosegue ancora la nota del gruppo Crif – si assiste a una prevedibile relazione con la densità delle imprese attive. Ne consegue che la regione che registra il maggior numero di fallimenti è la Lombardia, che nei primi 9 mesi 2015 ha assistito al fallimento di 2.153 imprese, per il 20,7% di incidenza sul totale italiano. A seguire il Lazio, con 1.195 imprese chiuse nel 2015 e un'’incidenza sul totale Italia del 12,4%, e quindi il Veneto, con 939 casi e una incidenza dell’8,6%. Scorrendo l’'elenco delle prime dieci posizioni si trovano altresì la Campania (915), l'’Emilia Romagna (780), la Toscana (771), il Piemonte (707), la Sicilia (584), la Puglia (467) e le Marche (329).

Fallimenti per categorie merceologiche

Per quanto infine riguarda un ultimo sguardo alla distribuzione per settori merceologici, si registra complessivamente un'’inversione di tendenza, poiché anche le aree che sono state più colpite dalla crisi, come l'’edilizia, hanno denotato segnali incoraggianti, con un passo indietro del 7,4% rispetto a quanto verificato nei primi nove mesi del 2014. Positivo passo indietro anche per l’'industria (- 12,1%), mentre è stazionaria la situazione del commercio (-0,1%). Infine, è proseguita la crescita dei servizi vari (+ 6,8%).


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