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Fallimenti in calo anche nel Sud Italia


Secondo quanto afferma la seconda edizione del Rapporto “PMI Mezzogiorno 2016”, curata da Confindustria e Cerved, con la collaborazione di SRM-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, e recentemente presentata in un convegno pubblico, il 2015 ha rappresentato un anno di forte contrazione per il numero dei fallimenti di imprese del Sud Italia.

I numeri dei fallimenti

Più nel dettaglio, se il 2014 aveva purtroppo rappresentato un anno da record per quanto concerne il numero di imprese fallite su tutto il territorio italiano (più di 3.200 nella Penisola, di cui 628 al Sud), il 2015 può finalmente rappresentare una positiva inversione di marcia. In Italia le procedure fallimentari – come abbiamo ricordato in diverse occasioni anche sul nostro sito – sono infatti scesa a 2.500 circa (per una flessione del 22,7%), mentre nel Mezzogiorno il numero è calato a 481 unità, con un passo indietro del 23,4% nei fallimenti, del 26% nelle liquidazioni, del 24% nelle altre procedure. Pertanto, alla luce di questo panorama evolutivo delle statistiche, il 2015 è il primo anno in cui si avverte una riduzione del fenomeno nel Sud Italia, dall’inizio della lunga crisi.

Le altre buone notizie

Non è questa, comunque, l’unica buona notizia che emerge dal dossier. Vediamole in sintesi.

Fatturato. Continua a crescere il fatturato delle imprese del Mezzogiorno (+ 3,1%), sebbene i numeri siano ancora ben distanti da quanto maturato prima della criticità congiunturale avviata nel 2008. Emerge tuttavia una ritrovata fiducia degli imprenditori, che iniziano a guardare al futuro con maggiore ottimismo. A dimostrazione di ciò, oltre al calo dei dati sui fallimenti e sulle altre procedure, anche il fatto che le piccole e medie imprese del Sud in stato di sofferenza siano diminuite al 4%, contro una media nazionale del 2,6%.

Innovazione. Dal momento dell’istituzione del Registro delle startup innovative, si sono iscritte oltre 5 mila società, di cui 1.200 nel Mezzogiorno. Non solo: secondo un’analisi effettuata sugli archivi di Cerved e utilizzando sistemi di ricerca semantica, vi sarebbero almeno altre 5 mila imprese innovative che, nate dopo il 2008, potrebbero ben iscriversi al Registro.

Complessivamente, nel Mezzogiorno sarebbero invece circa 1.000 le startup potenzialmente innovative non iscritte, con il 21 per cento di quelle stimate nell’intera penisola: pertanto, sommate a quelle già presenti nella sezione speciale del Registro, in totale sarebbero più di 2.200 le startup con potenziale di innovazione con sede al Sud, l’1,1 per cento delle “vere” nuove società di capitale nate dopo il 2008. Si tenga in considerazione come circa tre quarti delle società ad alta innovazione non iscritte ha sede in Campania (327), Puglia (224) o Sicilia (189). In Campania, Puglia e Basilicata, inoltre, il numero delle imprese innovative stimate è maggiore di quelle effettivamente registrate.

Continueremo ad aggiornarvi anche nel corso dei prossimi mesi sull’evoluzione di tali dati. Indicatori che, in misura crescente con il passare delle settimane, dimostrano che – forse – qualcosa sta finalmente cambiando (in meglio) nel tessuto imprenditoriale italiano e, in esso, anche in quello del Sud Italia.


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