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Fallimenti & co: nei tribunali 120 mila procedimenti pendenti


Stando a quanto ricordano i dati forniti dal Ministero della Giustizia sui procedimenti ancora senza sentenza, il numero di pratiche sulle scrivanie delle aule dei Tribunali ammonterebbe a oltre 120 mila unità. In più, facendo riferimento al solo gruppo dei procedimenti pendenti dallo scorso secolo,– pertanto con anzianità superiore ai 15 anni,– il numero sarebbe pari a 7.026 unità per quanto attiene il c.d. “contenzioso classico”, e a 37.056 unità per quanto invece concerne la seconda area di riferimento, quella nella quale – in altri termini – vanno a finire fallimenti, procedure affini, esecuzioni immobiliari ed esecuzioni mobiliari.

Fallimenti decennali nei tribunali italiani

La rielaborazione dei dati ministeriali offre inoltre uno spaccato di drammaticità all’odierna situazione, con alcuni tribunali in evidente difficoltà a smaltire l’arretrato di entrambe le tipologie. Nel primo caso, relativamente all'’arretrato delle cause contenziose classiche, il picco dei procedimenti civili agli anni ante-2000 lo raggiunge il tribunale di Salerno, con 431 procedimenti. A seguire il tribunale di Napoli, ancora in Campania, con 418 procedimenti, di cui – però – 40 risalenti addirittura agli anni ’80. Ci sono poi dei casi limite, come quello del tribunale di Cagliari, che tra le sue 236 cause pendenti nel contenzioso “classico” ne ha 8 degli anni ’70, 1 degli anni ’60 e addirittura 1 degli anni ’50. Il contesto cambia, ma solo parzialmente, se si scorge invece la lista dei dieci tribunali che hanno più arretrato di natura fallimentare. In questo caso la cima è occupata dal tribunale di Taranto, con 2.918 procedimenti in Area Siecic, senza giudice tutelare, seguito dal tribunale di Palermo con 2.5121 procedimenti, e dal tribunale di Catania con 2.426 procedimenti. In tutti i casi, non mancano gli arretrati piuttosto remoti, con 3 case degli anni ’60 a Taranto e a Catania. Il record di anzianità spetta tuttavia al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che tra le sue 1.050 pratiche ne ha 1 che risale addirittura agli anni ’50.

Come smaltire i fallimenti arretrati dei tribunali

Con numeri quali quelli sopra delineati, appare difficile – ma non ancora impossibile – rispettare i tempi tracciati con la road map del ministero della Giustizia, che attraverso il progetto Strasburgo 2 desidera azzerare l’arretrato che i tribunali e le Corti d’'appello hanno maturato fino al 2005. Un’'operazione di azzeramento che va a coinvolgere non solamente le (circa) 44 mila pratiche risalenti allo scorso secolo, quanto anche le altre pratiche del nuovo millennio, per un totale di 120 mila cause pendenti che andrebbero smaltite entro maggio 2015, e con un terzo del quale da risolvere entro gennaio del prossimo anno. Un obiettivo ambizioso, che tuttavia potrebbe portare un duplice vantaggio: non solamente conferire certezza tempestiva alle parti in causa, quanto anche ridurre il “rischio Pinto”, ovvero quell'’oltre milione e 100 mila procedimenti che per la loro natura pesano sulle casse dello Stato, e che corrisponde a circa il 30% del totale dei procedimenti in essere. La strada per l’'azzeramento passa mediante una depurazione delle pratiche e il reclutamento di risorse che sono in distribuzione nei tribunali più bisognosi di supporto. Ma sarà sufficiente per rispettare il conseguimento degli obiettivi sopra tracciati?


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