Esecuzioni

Esecuzioni per il Comune di Milano e nuova disciplina


Se i proprietari non intervengono, in seguito alle messe in mora, l’ente potrà chiedere di attribuire a questi beni una destinazione pubblica, avente un interesse pubblico o generale, come previsto dall’articolo 11 del nuovo regolamento edilizio che fu adottato dal Consiglio Comunale, lo scorso aprile.

Ci sono ex cinema (De Amicis di via Caminadella, Splendor di via Gran Sasso, Luce di corso XXII Marzo, Maestoso di piazza Lodi, Adriano di via Gulli), ex palazzo Inps di via Toffetti, ex Grand hotel Brun di via Caldera, oppure l'ex scuola professionale Bauer di via Fanti Manfredo, fino alle villette Pasini di via Tognazzi.
Con il censimento condotto dal Comune di Milano ci sono immobili d’ogni sorta: 39 residenze, 19 aree libere, 31 immobili terziari (ad uso uffici), 7 edifici rurali, 58 a destinazione produttiva, 6 commerciali e un parcheggio interrato. Si arriva ad un totale di 161 unità di proprietà privata che da oggi così entrano nel mirino dell'amministrazione, in particolare dell'assessorato all'Urbanistica guidato dall'avvocato Ada Lucia De Cesaris.

La campagna condotta dall’assessore milanese, mira a riqualificare parti dismesse della città. E’ ciò che è venuto fuori per i due palazzi che testimoniano alla meglio gli spazi vuoti a Milano, come ad esempio la Torre Galfa e Palazzo Citterio, sul quale, però, sono stati già approvati progetti di riqualificazione.
Stando alla classifica dell'ente locale, si presumono abbandonati gli edifici che non sono ben tenuti e utilizzati per più di cinque anni, per i quali il non utilizzo riguarda almeno il 90% delle loro superfici.

Nel nuovo regolamento edilizio, steso dal team della De Cesaris, un articolo è dedicato al tema del recupero urbano. Ada Lucia De Cesaris ha spiegato: “La pubblicazione di questo censimento è un altro tassello nel contrasto all'incuria del patrimonio edilizio esistente. Ci auguriamo che questo censimento possa essere di ulteriore stimolo per avviare interventi concreti di messa in sicurezza, riqualificazione o anche riuso temporaneo”.
L'elenco viene dalle rilevazioni effettuate da associazioni ed enti impegnati sul territorio e riguarda lo stato di ampio degrado e inutilizzo di edifici, aree edificate di grandi dimensioni e aree libere. In tali situazioni, soprattutto quelle più critiche, ce ne sono molte che sono state verificate.

Per i proprietari dei 161 immobili-aree mappate dal Comune sono state inviate delle lettere. Stando al nuovo regolamento edilizio (che dovrà comunque essere approvato in via definitiva dal Consiglio Comunale), “l'amministrazione comunale, una volta occupatosi dello stato di abbandono, e della dismissione delle aree e/o degli edifici, diffida i soggetti di cui al precedente comma ad eseguire interventi di ripristino, pulizia e messa in sicurezza delle aree, nonché di recupero degli edifici sotto i profili edilizio, funzionale e ambientale. Entro 60 giorni dalla notificazione della diffida, che molti dei proprietari hanno già ricevuto, i proprietari o i titolari di diritti su detti immobili devono presentare progetto preliminare per l'esecuzione degli interventi edilizi, per la sistemazione e la manutenzione, o per la riconversione funzionale degli stessi in conformità alle previsioni del Piano di Governo del Territorio, allegando una relazione che espliciti le modalità e i tempi per l'esecuzione degli interventi di recupero urbano e di riqualificazione sociale e funzionale.

Decorso il termine di cui al precedente comma e constatata l'inerzia dei proprietari o dei titolari di diritti su tali beni il Comune può provvedere in via sostitutiva all'esecuzione di interventi di manutenzione e di pulizia degli immobili, nonchè a mettere in sicurezza le aree. Le relative spese sostenute dovranno essere rimborsate dai proprietari o titolari di diritti su tali beni entro 30 giorni dalla richiesta e, in difetto, tali spese saranno riscosse coattivamente con la procedura prevista dalla normativa vigente. Inoltre, in caso di inottemperanza agli ordini impartiti, è prevista una sanzione commisurata a 500 per mq.”


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