Espropriazione

Equitalia, strumenti per semplificare liti al contribuente


Basta un clic per stoppare una “cartella pazza”. Questo lo slogan della procedura attivata da Equitalia per semplificare le cose al contribuente che si ritrova a fare i conti una cartella esattoriale che è stata già pagata oppure sospesa a seguito di una sentenza giudiziaria.

Da febbraio la società di riscossione ha attivato sul suo sito (gruppoequitalia.it) un servizio telematico che permette di inviare la richiesta di sospensione della riscossione di una cartella non dovuta. La richiesta on line è solo una delle modalità di presentazione della domanda che si può presentare allo sportello, per fax, con e-mail o tramite raccomandata A/R.

La procedura può essere avviata dal contribuente che ha già pagato il tributo prima che si formi il ruolo. Il contribuente deve avere ottenuto una sospensione del pagamento dall’ente creditore o dal giudice oppure deve dimostrare qualsiasi altra causa, prevista dalla norma, che rende inesigibile il credito.

Una volta inviata la domanda, Equitalia sospende l’attività di riscossione e va ad inviare tutta la documentazione all’ente creditore, il quale andrà a verificare la correttezza della documentazione presentata e comunicare l’esito al contribuente e a Equitalia per andare ad annullare la cartella.

Una volta partito il “ricorso”, vale il principio del silenzio assenso: se entro 220 giorni dalla presentazione della domanda l’ente creditore non fornisce riscontri, le somme che sono contestate vengono annullate di diritto.

La procedura è abbastanza semplice e non richiede registrazione: dalla home page si entra nella sezione “Sospendere la riscossione” e si inseriscono nel modulo i propri dati e quelli dell’atto contestato.

Il richiedente va ad allegare i documenti che giustificano la richiesta di sospensione, e la copia di un documento di riconoscimento valido. Una volta inviata e confermata l’istanza, si riceve un riepilogo con tutti i dati inseriti.

Sul portale dell’agenzia di riscossione si può consultare anche una piccola guida che illustra i passaggi da compiere per chiedere la sospensione per via telematica dell’atto non dovuto.

Le imprese possono compensare i debiti con lo Stato

Nel dare e nell’avere tra la pubblica amministrazione e le imprese vi è la possibilità della compensazione per i contribuenti. Scartata l’ipotesi della sospensione delle cartelle, il decreto Destinazione Italia convertito in legge prevede che per il 2014 imprenditori e professionisti in credito con lo Stato e gli enti locali potranno compensare i debiti maturati con l’agenzia di riscossione. Circa le modalità operative bisogna attendere un decreto attuativo da emanare entro 90 giorni di concerto tra il ministero dell’Economia e quello dello Sviluppo economico.

Ricordiamo poi, che oggi, a fronte di crediti nei confronti della Pubblica amministrazione, si possono già compensare i debiti tributari, previdenziali e assistenziali oggetto di cartelle Equitalia, di accertamento esecutivo dell’Agenzia delle Entrate e di avviso di addebito dell’Inps notificate a imprese e partite Iva entro il 31 dicembre 2012.


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