Un imprenditore sardo ha incontrato il curatore e visitato lo stabilimento. La procedura di mobilità per i 53 dipendenti è stata aperta.
La luce sembra iniziare ad esserci per la Sweet, azienda dolciaria dichiarata fallita. Un imprenditore sardo ha parlato della possibilità di rilevare l’azienda.
Tutto ciò è stato confermato dal segretario provinciale del Pd Marco Rossi che ha partecipato alla manifestazione degli ex dipendenti tenutasi nel piazzale dell’ex stabilimento.
Queste le parole di Rossi: “Sì, sembra che ci sia l’interessamento molto concreto da parte di un’azienda della Sardegna. L’imprenditore, assieme al curatore fallimentare, ha anche visitato lo stabilimento goriziano. Non solo: ha incontrato di nuovo il curatore e ha parlato anche con alcuni lavoratori. Pare che i contatti finora siano positivi. Ho inoltrato i riferimenti anche alla segreteria del vicepresidente della Regione Bolzonello affinché contatti l’imprenditore per illustrargli e proporgli il sistema delle agevolazioni e incentivi regionali alle imprese. Speriamo bene. Pare che possa essere emesso anche un bando nelle prossime settimane”.
Ad informare Rossi di quanto accaduto è stato Fabrizio Manganelli, l’ex patron della Sweet. Quest’ultimo ha confermato che l’imprenditore è sardo ma preferisco non rivelare la sua identità. L’interessamento c’è. La speranza è che la trattativa possa andare in porto perché vedere lo stabilimento trasformarsi in un rudere sarebbe troppo pesante, non solo per il sottoscritto ma per l’intera città. L’imprenditore ha comunicato già con il curatore e con alcuni, ormai ex, miei dipendenti. Si augura che le istituzioni sappiano sfruttare questa occasione.
Sono stati contati debiti che superano i 19 milioni: 19.120.588,09 euro per essere precisi. La cifra era venuta fuori chiaramente attraverso la richiesta di concordato preventivo, firmata dal commercialista di Udine, Giuliano Bianco: un documento molto circostanziato di cui eravamo venuti in possesso. I debiti accertati al 22 maggio scorso erano stati suddivisi in questo modo: debiti in prededuzione ammontanti a 533.642,18 euro; debiti ipotecari equivalenti a 8.129.147,45 euro; debiti privilegiati 1.839.626,60 euro e debiti chirografari 8.614.168,86. Ciò porta a una cifra complessiva di 19 milioni 120mila 588,09 euro.
La cifra era davvero consistente. Ciò che è molto importante, è poi, la “Storia della società, origini e cause della crisi”. Sweet spa era un’azienda specializzata nella produzione di ovetti di cioccolato con sorpresa. Fucostituita nel 1994 da Fabrizio Manganelli e rappresentava il continuum di un’esperienza nel settore dolciario iniziata nelle aziende di famiglia (Ilcea sas e Dolceitalia srl).
Nel 1996 fu realizzato il primo lotto dello stabilimento di via Gregorcic nel quale fu creato un innovativo processo che consentiva la produzione di ovetti bicolore con forma esclusiva e tecnologia di “stampa a freddo” che permetteva la realizzazione di prodotti perfetti e di spessore uniforme senza l’inconveniente della capsula della sorpresa attaccata al cioccolato.
La crescita fu netta ma la cessazione del rapporto con Giochi preziosi ha portato al declino della società.