Crisi Aziendali

Dopo l'estate il settore del turismo è ancora in rosso?


Finita l'estate siamo nel periodo dei bilanci. Il momento in cui si tirano le somme della stagione turistica dell' estate 2021. Questa ha avuto tinte con forti chiaroscuri. Il trimestre estivo appena trascorso, ha marcato segnali di ripresa del settore turistico. Il motore principale della ripresa estiva è stato un aumento del turismo interno. Tuttavia la stagione appena conclusa ha anche messo in evidenza alcuni fattori negativi. Il settore alberghiero, per esempio, ha patito la completa mancanza di domanda internazionale. Il tasso di pernottamento ha subito, infatti, un calo di circa il 70%, strutture ricettive extra alberghiere incluse. Nel complesso il Turismo ha prodotto 67,6 miliardi di euro. Con un differenza di 64 miliardi di euro, rispetto all'estate prima del covid.

I dati dell'estate 2021

Secondo le stime di Confindustria Alberghi le località di mare si presentano con un bilancio positivo alle porte dell'autunno 2021. Le destinazioni litoranee hanno, infatti, registrato un occupazione delle camere pari a un 70% con un esplosione di presenze in Toscana e Liguria. Quest'ultima, inoltre, ha ospitato 5.4 milioni di visitatori quest'estate. Il trend ligure sembra continuare, in positivo, con un +33% di stranieri, in arrivo da Germania e Svizzera. Confesercenti Toscana, tuttavia, segnala che nel trimestre estivo 2021, a Firenze, si hanno avuti l'80% in meno di turisti rispetto al periodo pre coronavirus. Il dato del capoluogo toscano fotografa bene la sofferenza del settore turistico nelle città d'arte. Tradizionali poli d'attrazione del turismo estero.

Roma, Venezia e Firenze salutano l' estate 2021 con tassi di occupazione alberghieri ancora lontani del periodo pre pandemia. Se le città d'arte soffrono, non così le nostre montagne. Il settore turistico montano, infatti, dopo aver sofferto la chiusura della scorsa stagione invernale, guarda con ottimismo all'entrante stagione fredda. Malgrado questi segnali incoraggianti, i dati sul turismo per la recente stagione estiva, anche per la montagna, sono ancora piuttosto lontani da quelli del 2019, l'ultimo anno prima della pandemia. Il dato che più influisce sulla ripresa dell'intero settore turistico nazionale, è l'assenza del turismo estero. Malgrado la Banca d'Italia segnali un +53% della spesa turistica straniera, a giugno del 2021, questa è, rispetto allo stesso periodo 2019, in perdita di un 66%.

La ripresa dei voli non basta per superare la crisi

Secondo alcune stime effettuate da Assoaeroporti nel mese di luglio 2021, in Italia, il totale dei passeggeri del mese sono diminuiti del 45% rispetto al luglio 2019. Tuttavia le prenotazioni aeree italiane, nell' estate 2021, hanno fatto segnare una crescita positiva rispetto all'estate del 2020. Il settore turistico, anche grazie alla ripresa dei voli, segna dunque un miglioramento rispetto al 2020 ma è ancora molto distante dai dati del 2019. Inoltre l'Italia sembra tornata a essere l'oggetto dei desideri di molti viaggiatori stranieri. Se le prenotazioni aeree e alberghiere sono cresciute nel periodo tra giugno e agosto 2021, il modo di viaggiare e spostarsi è pero cambiato. Prima del coronavirus si prenotava con ampio anticipo, con la pandemia si prenota last minute.

Il 2020, con la chiusura di tribunali e uffici, è stato un anno in cui i fallimenti delle imprese italiane sono stati congelati. Lo scorso anno, infatti, ha fatto registrare un meno 41% delle pratiche di fallimento presentate. Il 2021, invece, con la ripresa delle normali attività di controllo, potrebbe far registrare un'esplosione della situazione debitoria delle imprese nazionali. Quest'anno si sentiranno gli effetti della crisi economica scatenata dalla pandemia. I dati peggiori riguardano il fallimento imprese del turismo. Secondo le stime del Cerved Rating Agency, un impresa del settore turistico su sette rischia di portare i libri contabili in tribunale e dichiarare fallimento. Un tasso di default vicino al 14% per le imprese turistiche e di ospitalità.

Ripresa del Turismo, occorre ancora pazienza

Non saranno i timidi segnali di ripresa marcati nel trimestre estivo appena concluso a risollevare le sorti del settore turistico. Un sostanziale ripresa economica del Turismo, con un ritorno ai parametri pre-covid, potrebbe arrivare non prima del 2023 per il mercato interno. Mentre il mercato internazionale potrebbe dover aspettare il 2024, per poter ritornare ai valori pari a quelli del 2019. Nel 2020 l'Italia ha registrato un calo dei visitatori del 60% con una perdita 95 miliardi di euro. Rispetto a febbraio 2020, quando era possibile spostarsi, le spese dei turisti stranieri in Italia hanno subito un crollo del 71%, mentre le spese degli italiani all'estero hanno segnato un meno 69%.

La pandemia non ha cambiato tanto la voglia di viaggiare, che anzi ne è stata rinforzata, quanto il modo di muoversi e spostarsi. Il cambiamento si è ripercosso sulle destinazioni, e anche su i mezzi di trasporto. Si nota una crescita d'interesse verso le secondary destination a discapito delle mete tradizionali, come le città d'arte. In crescita, anche, la richiesta di noleggio auto e la relativa diminuzione dei voli low cost. Al contempo si nota un calo di prenotazione negli hotel e un aumento delle prenotazioni per le case vacanza. Il 2021 è l'anno del turismo di prossimità. Le località collinari, lacustri o montane, poco distanti dai grandi centri urbani, hanno fatto registrare un aumento di visitatori nell' estate 2021.

Il fattore sicurezza. Un aspetto cruciale

Una delle priorità dei turisti, sia stranieri che italiani, è la sicurezza. Nonostante l'introduzione del green pass e il successo della campagna vaccinale, il 47% percento degli italiani è preoccupato per la propria salute. La percentuale aumenta al 57% in caso di turisti stranieri. Inoltre il 57% degli italiani non si sente sicuro a soggiornare in Hotel mentre solo il 32% non ha paura di contagiarsi volando. Infine la crisi economica causata dalla pandemia di Covid -19 ha dissuaso il 30% percento di potenziali viaggiatori. Tra i fattori che maggiormente dissuadono dal viaggiare vi è l'incertezza in merito alle misure di controllo del virus e la paura di nuovi e improvvisi lockdown.

Estate 2021 e il Turismo 4.0

Come abbiamo visto la pandemia ha cambiato diversi aspetti della nostra vita, non da ultimo anche le esigenze dei viaggiatori. Soprattutto quelli più giovani che richiedono, sempre di più, servizi digitali a cui associano un aspettativa di personalizzazione dell'esperienza turistica, secondo i propri interessi. L'emergenza pandemica ha evidenziato l'importanza delle nuove tecnologie digitali nel supportare le imprese turistiche. Sia in fase emergenziale si in un ottica di ripresa. Per le imprese turistiche diventa quindi importante costruire un rapporto con il viaggiatore che non sia solo fisico ma anche digitale. In tal senso e dal punto di vista economico i fondi stanziati dal PNRR e dal Next Generation EU, potrebbero rappresentare un valido aiuto.


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