Aste on line

Dismissioni pubbliche e aste on line


Si tratta di uno dei cinque immobili messi in vendita dall’Agenzia del Demanio, con una nuova procedura italiana che coinvolge la rete internet.

Se il mezzo era  lodevole, il risultato non è stato altrettanto, ed è facile capire. Con il medesimo prezzo si può infatti acquistare un appartamento di un centinaio di metri quadri in una zona semicentrale di Milano o Roma, non certo un’isola della laguna veneziana. Le offerte ritenute valide per l’isola veneziana sono state poche: due su tre immesse nel sistema di raccolta. La più alta raggiunge circa 513mila euro e non sarebbe quella dell’associazione “Poveglia per tutti”, che sta raccogliendo fondi da molto tempo per “salvare” l’isola, con una sottoscrizione da 99 euro a testa per 99 anni (tanto dura infatti il diritto di superficie messo in vendita) per mantenerla pubblica e utilizzabile da parte di tutti.

Neanche i rilanci del 13 maggio sembrano aver sortito effetti migliori. Il Demanio potrebbe anche non assegnare il bene. L’asta non ha una base di partenza, ed è per questo che il venditore si è riservato un giudizio di congruità ex post sulle offerte ricevute.

Cosa è successo agli altri immobili messi in vendita con le dismissioni pubbliche? La palazzina a Trieste ha avuto una sola offerta da 610mila euro e su quella ci sarà tra un mese al giudizio di congruità, mentre l’ex convento di Taranto ha ricevuto quattro offerte, solo due delle quali hanno a documentazione richiesta per la gara  per intero. No offerte, invece, per il castello di Gradisca d’Isonzo e per la Casa Nappi a Loreto, in provincia di Ancona. Non è ancora possibile sapere se sono arrivate o meno offerte dall’estero, né la futura destinazione d’uso contemplata per gli immobili.

A fronte di ciò non sembra impossibile parlare di flop, nonostante la scelta di utilizzare procedure online e senza base d’asta abbia reso più facile l’ingresso di potenziali investitori. Il mercato immobiliare è ancora fermo e freddo anche di fronte a parti interessanti del patrimonio statale, sebbene necessitino di una ristrutturazione abbastanza profonda e costosa. Ciò consentirebbe di giustificare anche le offerte non eccezionali uscite dalle buste nonostante i beni siano già stati ripuliti da tutti i paletti burocratici e amministrativi e quindi pronti all’utilizzo.

Il punto è che con tali presupposti, il governo non andrà a raggiungere i target di dismissioni di immobili contenuti nell’ultima legge di Stabilità partorita dal tandem Letta-Saccomanni. La norma ha previsto per il triennio 2014/16 almeno 500 milioni di euro l’anno di dismissioni di patrimonio statale, degli enti locali e della Difesa, relativo alle caserme dismesse più volte messe in vendita ma mai assegnate.