Sono state respinte le richieste provenienti dai sindacati e dai pensionati che potrebbero vedere tagliati i propri assegni. Il giudice federale, Rhodes, sostiene che la città abbia agito comunque nella totale correttezza, andando a negoziare con i creditori prima di dichiarare, sfinita, lo stato di insolvenza.
Si andrà ad affrontare il problema della ristrutturazione dei debiti delle municipalità, cercando di agire a favore dei richiedenti. Detroit ha grandi problemi economici e sociali. Il debito è cresciuto a 18 miliardi di dollari, la popolazione è sul lastrico: si contano 700.000 abitanti rispetto ai 2 milioni di anni fa.
La disoccupazione sfiora il 20%, i quartieri sono abbandonati e c’è molto degrado, nonché la criminalità è sempre più diffusa. Si cerca di scappare da questa realtà.
I problemi han fatto sorgere una forte voglia di riscattarsi, sebbene non sia facile con un fardello del genere. Si sta tentando di risollevare Detroit ma c’è bisogno della collaborazione di tutti. E’ necessario che lo stato intervenga, sostenendo servizi base, dalla polizia ai vigili del fuoco alla pulizia nelle strade. Bisogna ripristinare il minimo sindacale per poter vivere, in modo da rimpinguare le casse del comune. E’ necessario sperare. Detroit non cederà il passo, sebbene non sia facile uscire dalla bancarotta.
Intanto dopo un 40ennio la città ha eletto il primo sindaco bianco: Mike Duggan, 55enne ex amministratore delegato del Detroit Medical Center, ha raggiunto il 55% dei voti contro il 45% del suo rivale, Benny Napoleon, nero, ex capo della polizia locale.
Tutti e due appartenevano al partito democratico. Il nuovo sindaco ha vinto contando anche sul forte sostegno della comunità finanziaria. Il popolo ha chiesto al sindaco che la burocrazia venga arginata facendo funzionare sul serio i servizi locali. Non sarà facile per Duggan, il quale dovrà fronteggiarsi con Kevyn Orr, amministratore straordinario nominato dal governatore del Michigan dopo il tracollo finanziario della città. Si spera che i due riescano a collaborare almeno fino al prossimo anno.
