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Coronavirus, scudo fallimenti nel Dl 'salva imprese'


Scadenze fiscali prorogate, 'scudo' anti-fallimenti e proroga all'11 maggio delle chiusure dei tribunali. Queste alcune delle misure previste nella bozza di decreto legge sulla 'liquidità e tutela delle imprese' al quale sta lavorando il Consiglio dei Ministri. Il testo punta a proteggere le aziende dal rischio fallimento a 'causa della crisi innescata dall'epidemia Coronavirus'. Innanzitutto vengono sospese tasse per circa 10 miliardi, dai versamenti Iva e ritenute 'congelati' anche per aprile-maggio (per tutte le imprese entro i 50 milioni di ricavi che hanno subito perdite a marzo del 33%) allo stop al versamento delle ritenute per autonomi e partite Iva con giro d'affari entro i 400mila euro. Tra le misure anti-fallimento o liquidazione, da sottolineare il rinvio dal 15 agosto 2020 al 1° settembre 2021 dell'entrata in vigore del codice della crisi con 'sterilizzazione' fino al 31 dicembre 2020 degli effetti delle perdite delle società e dei conseguenti obblighi di ricapitalizzazione e liquidazione. Da segnalare, al riguardo, la revisione temporanea delle regole per scrivere i bilanci e la disattivazione delle cause di scioglimento societario per riduzione o perdita del capitale sociale. Favorito il coinvolgimento dei soci nell'accrescimento dei flussi di finanziamento verso la società. In merito al codice della crisi, le nuove disposizioni si applicheranno quindi solo a partire dal 1° settembre 2021, comprese le procedure di allerta e composizione assistita, i nuovi strumenti di regolazione della crisi, le nuove regole sulla liquidazione giudiziale, quelle relative all'insolvenza dei gruppi di imprese e sulla liquidazione coatta amministrativa, le nuove disposizioni penali e del lavoro. Restano, invece, operative le norme relative all'Albo dei soggetti incaricati dall'autorità giudiziaria delle funzioni di gestione e controllo delle procedure e le disposizioni di riforma del codice civile (assetti organizzativi societari, modifiche alla governance delle srl, responsabilità degli amministratori, nomina degli organi di controllo ecc.). Nella relazione che accompagna la bozza del Decreto sono spiegate le ragioni dello slittamento dell'entrata in vigore delle misure di allerta, concepite - come riporta il quotidiano economico Italia Oggi - "nell'ottica di un quadro economico stabile e caratterizzato da oscillazioni fisiologiche, all'interno del quale, quindi, la preponderanza delle imprese non sia colpita dalla crisi, e nel quale sia possibile conseguentemente concentrare gli strumenti predisposti dal codice sulle imprese che presentino criticità. In una situazione in cui l'intero tessuto economico mondiale risulta colpito da una gravissima forma di crisi, invece, gli indicatori non potrebbero svolgere alcun concreto ruolo selettivo, finendo di fatto per mancare quello che è il proprio obiettivo ed anzi generando effetti potenzialmente sfavorevoli". Inoltre, lo slittamento di 15 giorni (dal 15 agosto al 1° settembre) è determinato dal voler far entrare in vigore la riforma non nel periodo feriale, ma alla ripresa dei lavori delle attività dei Tribunali.


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