La nuova riforma della crisi di impresa non sembra piacere ai commercialisti, la cui figura professionale è quasi totalmente esclusa dalla nuova disciplina. È questo quanto affermato dallAssociazione Nazionale dei Commercialisti successivamente allapprovazione da parte della Camera del disegno di legge recante la Delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dellinsolvenza, e sul quale le critiche dellassociazione non sono certamente mancate.
Segnalazione dello stato di allerta
Una prima grave critica che i commercialisti sollevano è relativa alle modifiche che sono state apportate alla procedura relativa alla segnalazione dello stato di allerta e alla conseguente individuazione di quei soggetti che sono destinati a svolgere, su incarico del Tribunale di competenza, le funzioni di gestione e di controllo nellambito delle procedure concorsuali.
Stando a quanto afferma lassociazione, la riforma lascerebbe ai soli Organismi di Composizione della Crisi istituiti presso ciascuna Camera di Commercio la facoltà di assistere il debitore nella procedura di composizione. A loro volta, questi Organismi hanno la necessità di istituire un collegio composto da almeno tre esperti scelti tra i soggetti iscritti allalbo, da istituirsi a sua volta presso il Ministero della Giustizia. Per iscriversi a tale albo è necessario soddisfare alcuni requisiti di professionalità, di indipendenza e di esperienza. I tre esperti selezionati da tale albo dovranno essere quindi designati nella misura di uno dal presidente della sezione specializzata del Tribunale del territorio, di uno dalla Camera di Commercio e di uno altro dalle associazioni di categoria.
Le critiche dellANC
Proprio su tali punti sono piuttosto accese le critiche dellassociazione che riunisce i Commercialisti, che ritengono ingiustificata lesclusione di tutti gli altri OCC costituiti ed iscritti nellapposta sez. A del Ministero della Giustizia che si verrebbe a determinare.
Con riferimento allistituzione dellalbo tra i cui iscritti è previsto che siano designati i componenti del collegio di esperti si legge in una nota della stessa associazione - è auspicio dellANC che ai commercialisti sia riservato opportunamente un ruolo di primo piano, in ragione del fatto che si tratta di professionisti che, per le loro specifiche competenze tecniche, sono i soggetti naturalmente preposti a svolgere le funzioni di gestione e di controllo nellambito delle procedure concorsuali.
Non è questa, comunque, lunica evidenza di criticità che i commercialisti sollevano dinanzi alla riforma della crisi di impresa, su cui impatterà la figura del Giudice specializzato, a cui il legislatore vorrebbe affidare le procedure di maggiore entità lasciando invece ai tribunali, secondo i normali criteri di competenza, le procedure di sovraindebitamento.
Anche in questo caso è piuttosto netta la posizione dellANC, secondo cui la scelta adottata non è priva di inconvenienti: sia per leccessivo carico di procedure che si concentrerebbero sulle sezioni specializzate, sia perché leventuale maggiore lontananza dallufficio giudiziario potrebbe aggravare ingiustificatamente gli oneri e le difficoltà pratiche nellesercizio dei diritti da parte dei soggetti non adeguatamente organizzati. Anche lalternativa costituita da un massiccio ma generalizzato ricorso ad applicazioni infra-distrettuali di magistrati esperti nella materia concorsuale non appare percorribile, trattandosi di soluzione farraginosa, costosa e non particolarmente funzionale per gli uffici interessati.