Crisi Aziendali

Coronavirus, colpo di grazia alle librerie italiane


Già si leggeva poco, e questo ovviamente non aiutava le librerie italiane a sopravvivere, ma a dare un colpo pesantissimo al comparto, settore da 3.670 esercizi e oltre 11 mila occupati, ci ha pensato l'emergenza sanitaria e il connesso lockdown. Ad oggi, segnala l'Osservatorio Ali Confcommercio, oltre il 90% delle librerie nazionali ha segnalato un peggioramento dell'andamento economico della propria attività a causa dello pandemia e oltre l'84% è in allarme perché i conti sono in rosso, tanto da trovare serie difficoltà nel pagamento dei propri dipendenti, degli affitti, delle bollette e degli oneri contributivi e fiscali. Secondo l'indagine dell'Osservatorio, per via del coronavirus oltre il 70% delle librerie ha adottato la cassa integrazione e il 60% delle imprese ha ridotto o prevede di ridurre il proprio personale, con un calo già registrato tra dicembre 2019 e aprile 2020 del -6,6% e una previsione per questo mese di luglio del -18%. In base allo studio, circa il 25% delle librerie si trova al Nord Ovest, il 18% al Nord Est, il 26% al Centro ed il 31% al Sud Italia. Lazio, Lombardia e Piemonte sono le prime tre regioni per numero di librerie in Italia. Nel 2012 in Italia esistevano 3.901 librerie oggi ne esistono 3.670: c'è stata quindi una diminuzione di 231 librerie nel corso degli ultimi cinque anni. Un'emorragia che di certo verrà alimentata ulteriormente a causa della crisi legata alla pandemia. Le librerie danno lavoro a oltre 11 mila occupati in Italia (di cui il 42,7% opera in imprese con classe dimensionale superiore ai nove addetti). Sei librerie su dieci ritengono che la figura del libraio sia il vero punto di forza dell'attività per la sua capacità di fare da consulente al consumatore, consigliare i libri e diffondere cultura. Tra le librerie che ritengono che la figura del libraio sia il vero punto di forza, il 95,5% ritiene che la propria libreria riesca a tradurre tale presenza in un vantaggio economico. La crisi si riverberà, ovviamente, anche sull'assortimento dei libri: a causa delle difficoltà finanziarie, infatti, il 62,8% dei negozi, soprattutto quelli indipendenti, dice di non riuscire più a mettere a disposizione dei consumatori un assortimento aggiornato. "Queste attività, nel caso non ottengano credito a fondo perduto - denuncia Confcommercio - saranno costrette ad abbassare la serranda per sempre. Basti pensare che sul totale dei costi di gestione, nell'ultimo anno il 57,4% sono stati assorbiti dalle cosiddette "spese incomprimibili" come affitti e utenze. Se è ormai noto che tra i canali della distribuzione libraria dei quali le librerie soffrono maggiormente la competizione il commercio elettronico rappresenta quello più temuto, è altrettanto vero che proprio dal digitale arriva l'unica nota positiva di questi mesi grigi. Nonostante le criticità, infatti, durante l'emergenza sanitaria alcune librerie hanno fatto ricorso al web: il 27% ha iniziato a utilizzare o ha intensificato l'utilizzo del commercio elettronico e l'86,1% di queste ritiene che le soluzioni adottate durante la pandemia potrebbero diventare permanenti.


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