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Crisi e fallimenti, ogni giorno addio a 53 imprese


Dal 2008 al 2016 fallimenti cresciuti in Italia del 43,5%, scomparse 114mila aziende

La crisi sarà anche alle spalle, come sentiamo ripetere con una frequenza che cresce proporzionalmente all’avvicinarsi delle elezioni politiche, ma sta di fatto che quella crisi “risolta”, dal 2008 ad oggi ha fatto fallire in Italia quasi 114mila imprese e anche adesso, mentre scriviamo, qualcuna sta chiudendo i battenti. Per sempre. Gli effetti e l’impatto della crisi sono stati fotografati dal Centro Studi ImpresaLavoro che, rielaborando i numeri forniti da OCSE e CRIBIS, ha messo nero su bianco l’incremento dei fallimenti registrati negli ultimi 8 anni. Dal 2009 al 2016, infatti, i crac finanziari sono cresciuti del 43,5%, passando da 9.384 a 13.467. E anche in questo 2017, nonostante un calo evidente rispetto all’anno scorso, sono in media 50 le imprese che falliscono ogni giorno. Confrontando tali dati a livello europeo, l’OCSE ha evidenziato come solo la Francia (+12,54%) e l’Islanda (+4,94%), dopo l’Italia, abbiano registrato l’anno scorso un numero di fallimenti superiore al 2009. Tutti gli altri Paesi registrano al contrario un numero di aziende fallite inferiore a quello di 8 anni fa: -43,55% in Olanda, -27,52% in Finlandia, -25,04% in Germania e -21% in Svezia (che ci surclassa anche in questo campo!). Per quanto riguarda l’Italia, i dati relativi ai primi tre trimestri di quest’anno (8.656 cessazioni di attività) confermano la tendenza della diminuzione del numero dei fallimenti rispetto all’anno precedente. Secondo le stime elaborate da ImpresaLavoro alla fine del 2017 saranno fallite in Italia 12.071 imprese su base annua, 1.396 in meno del 2016 e 3.265 in meno rispetto al picco negativo registrato nel 2014 (quando cessarono ben 15.336 attività).


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