Questo è quanto riferisce il Ministero della Giustizia. La crisi economica sta colpendo tutta l’Italia, incrementando le esecuzioni immobiliari. Rispetto al 2011, dove erano stati compiuti 241.093 esecuzioni, nel 2012 si è assistito a un aumento del 6%.
Stando al recente rapporto mensile ABI del marzo 2014, che fa riferimento alla situazione di gennaio 2014, le sofferenze bancarie lorde ammontano a 160 miliardi di euro.
Ciò vuol dire che l’aumento delle sofferenze negli stati patrimoniali degli istituti di credito potrebbe portare ad un ulteriore incremento nel numero delle esecuzioni immobiliari anche nel 2013.
Pur all’interno di una tendenza allarmante, va comunque sottolineato come non sempre ad una sofferenza fa seguito un pignoramento immobiliare. Basta pensare al caso in cui il debitore non possiede immobili e dunque non ci sarà alcun pignoramento immobiliare. C’è, poi, un disallineamento tra il numero di procedure esecutive promosse e quelle che si concludono con una vendita all’asta del cespite.
Alcune società si sono specializzate nella ricerca di soluzioni che anticipino la definizione del contenzioso e si pongano in alternativa all’epilogo della vendita giudiziale a terzi investitori.
50% rispetto al valore che lo stesso immobile avrebbe sul libero mercato. Allettante ma non bisogna mai dimenticare cosa bisogna fare per acquistare un immobile in fase di asta fallimentare.
Ci sono 120 giorni di tempo decorrenti dal decreto di trasferimento per regolarizzare eventuali abusi edilizi pregressi, purchè siano suscettibili di sanatoria.
Tra l’aggiudicazione ed il decreto di trasferimento possono passare fino a 8 mesi. Se l’immobile è occupato, prima che il rilascio venga eseguito, eventualmente tramite l’intervento della forza pubblica, può passare un altro anno.
Tuttavia, creditore, debitore e acquirente, se correttamente assistiti potrebbero ottenere risultati che realizzano il giusto contemperamento degli interessi in gioco. Il punto di equilibrio potrebbe essere rinvenuto laddove il creditore rinunciasse a parte del proprio credito compensando con la riduzione dei tempi di vendita e l’eliminazione dei costi dell’esecuzione forzata, avendo da parte del debitore la disponibilità ad alienare il cespite ad un valore inferiore al prezzo di mercato nella misura sufficiente a richiamare l’interesse del terzo acquirente per la conclusione di un’operazione immobiliare conveniente. Superando, dunque, i limiti dell’asta immobiliare.
Si sta sperimentando la c.d. “vendita assistita”, che consente di realizzare la cessione del bene ad un prezzo concordato tra debitore e creditore in tempi brevi, 5-6 volte inferiori rispetto alle tempistiche di una esecuzione immobiliare.
In questo modo si permette al debitore di recuperare parte del denaro investito, andando a trovare una soluzione abitativa alternativa eventualmente attraverso il ricorso ad un nuovo finanziamento. Si permette, inoltre, al di recuperare il proprio credito in tempi brevi evitando di sostenere costi legali.