Il 2020, segnato a livello globale dalla pandemia Covid 19, rischia di far 'sparire' entro l'anno il 65% delle attività turistiche. Un'estinzione di massa che oltre a cancellare 6 alberghi su dieci, e qualcosa come 1 milione di posti di lavoro, potrebbe essere riassorbita dal 'sistema Italia' in termini occupazionali e di 'valore economico' non prima del 2023. Uno scenario alquanto drammatico, esaminato nei giorni scorsi dai maggiori player del settore nell'ambito del digital event “Italia 2021 - Competenze per riavviare il futuro” promosso da Pwc Italia. Nello studio sono state individuate dieci priorità per il rilancio del turismo, in primis del settore ricettivo: aumentare la resilienza dei modelli di business; dedicare incentivi adeguati al settore; fare leva sulla digitalizzazione per un'esperienza di viaggio sempre più personalizzata; ampliare e riqualificare l'offerta turistica; prevedere interventi infrastrutturali e di trasporto; investire nella formazione professionale; superare la frammentazione del comparto; accelerare la definizione di un'offerta turistica sostenibile; rendere più efficace la comunicazione delle attrazioni e del 'brand Italia' e cogliere il potenziale delle tecnologie digitali. E proprio sulla volontà di investire sulle infrastrutture digitali si è speso il Ministro dei Beni culturali Dario Franceschini:"Possiamo ricostruire un turismo di grandi numeri in Italia, ma sostenibile e rispettoso della fragilità del nostro paesaggio, del patrimonio artistico, non un turismo 'mordi e fuggi', ma colto, intelligente e con capacità di spesa - ha detto - bisogna investire in infrastrutture, digitali e materiali". Quella attuale, però, riconoscono i rappresentanti del settore turismo, in primis Bernabò Bocca, presidente Federalberghi, "è però una situazione davvero grave, perché - ha rivelato - sinora ha riaperto il 60% degli alberghi, un ulteriore 20% nelle città d'arte aprirà a settembre, il 20% però non riaprirà. Tuttavia - ha aggiunto - sono convinto che la ripresa ci sarà già nel 2021, anche se non ci permetterà di recuperare le perdite di quest'anno". Poca la spinta alla ripresa, o meglio, alla ripartenza arrivata grazie al bonus vacanze, la misura pensata dal governo per tentare di ridare slancio ad una stagione turistica compromessa in partenza. I primi a non crederci completamente, anche perché già alle prese con le mille difficoltà legate alla messa in sicurezza delle strutture, sono stati proprio i titolari o gestori degli alberghi. Attualmente il bonus (che prevede uno sconto di 500 euro per una famiglia di 3 persone, sconto poi recuperato in credito d'imposta dall'imprenditore turistico) viene accettato da circa il 70% degli hotel a 3 stelle italiani, ma spesso è subordinato ad un numero minimo di pernottamenti. Venendo alle previsioni per agosto, il mese in cui scattano ferie e vacanze per la maggioranza degli italiani, la spesa media turistica per la settimana di Ferragosto supererà di poco i 1.800 euro.