Studi e Ricerche

Coronavirus, in cassa integrazione un dipendente su due


I primi numeri dell'impatto che la crisi da coronavirus avrà (e sta già avendo) sul mondo del lavoro sono impietosi. Se il Governo italiano stima nel Documento di economia e finanza (Def) un calo di occupati per quest'anno pari al 2,1%, che tradotto significa mezzo milione di posti in meno, i numeri reali e attuali ci dicono che sono 7,3 milioni gli italiani già in cassa integrazione e quindi con stipendi che in media sono più leggeri di circa 470 euro. "Nonostante le rilevanti misure adottate a tutela dell’occupazione dipendente, la crisi - prevede l'Esecutivo Conte - colpirà inevitabilmente alcune tipologie di lavoro, in particolare quelle stagionali e quelle con contratti a termine". Quindi quelle meno tutelate. La situazione, stima il Def, migliorerà nel 2021 quando il tasso di disoccupazione (salito dal 10 all’11,6% nell'ultimo anno) si riassesterà all’11% nel 2021". Praticamente la pandemia, in pochi mesi, ha spazzato via 500mila posti di lavoro, la metà di quelli spariti nel lustro della grande crisi economica 2007-2013. E per recuperare quel milione ci abbiamo messo 4 anni.

A livello mondiale

L'impatto globale della pandemia, secondo l'Organizzazione Mondiale del Lavoro (ILO) è altrettanto drammatico. Sarebbeo un miliardo e mezzo le persone, quasi la metà della forza lavoro nel mondo, che, a detta di ILO, potrebbero perdere i propri mezzi di sussistenza a causa della crisi provocata dal coronavirus dato che la caduta delle ore lavorate nel secondo trimestre del 2020 è peggiore di quanto precedentemente stimato per via del persistere del lockdown.

Tornando all'Italia

Nel Belpaese non solo ci saranno meno occupati, ma tantissimi altri saranno costretti a passare dal tempo pieno al part time o da lavori stabili a precari. I settori più a rischio sono ovviamente il turismo, la ristorazione, trasporti, artigianato e benessere. In altri, invece, potrebbero svilupparsi opportunità, come peraltro sta già avvenendo nei comparti della logistica, packaging, consegne, delivery, pulizie e sanificazioni, produzione e commercializzazione strumenti e dispositivi di protezione.

Cassa integrazione record

Al momento la cassa integrazione è già stata chiesta per un lavoratore dipendente su due. Secondo il Cura Italia potrà durare al massimo 9 settimane, ma altre 9 verranno concesse con il decreto legge che il governo promette di approvare in settimana. La cig, come riporta Repubblica citando l'analisi della Fondazione Studi Consulenti, copre l’80% della retribuzione. Così un dipendente con una retribuzione di 1.324 euro netti perde 472 euro e il taglio sale in media a 646 euro al mese per le professioni tecniche e a 764 per quelle intellettuali e specialistiche. Considerando che gli stipendi italiani hanno una forte connotazione territoriale, anche le perdite per i cassintegrati variano a seconda della geografia: il taglio medio va dal 37% al Nord (pari a circa 512 euro) al 36% del Centro (469 euro in meno), per arrivare poi al Sud dove la maggior concentrazione di lavoratori con profili professionali e retributivi medio-bassi porta ad un taglio pari al 33% (396 euro)".

Bonus per 4,3 milioni (forse)

Ai dipendenti in cassa si aggiungono i 4,3 milioni di autonomi, professionisti, cococo, stagionali dell’agricoltura e dello spettacolo che hanno chiesto il bonus da 600 euro (a 3,4 milioni è stato pagato). In tutto, sono più di 11 milioni e mezzo i dipendenti e gli indipendenti che hanno chiesto un sostegno al reddito.