Concordato Preventivo

Copaim e concordato in bianco


A Massa Cozzile è stato presentato il piano industriale e di ristrutturazione finanziaria, in attesa dei soci nuovi. C'è stata la cessione del caseificio di Stribugliano ed un'apertura verso i mercati internazionali.
Manco poco per la nuova era della Copaim, con una sede ad Albinia centrale e l'altra a Massa Cozzile. Ciò accadrà dopo che il consiglio di amministrazione della società, alla cui guida c'è il presidente Maurizio Romiti, ha deliberato la richiesta per l'ammissione al concordato in bianco.
La decisione del cda è venuta fuori al fine di tutelare i livelli occupazionali della società e per portare a termine il piano industriale e il piano di ristrutturazione finanziaria dell’azienda.

I debiti sono pari a trentadue milioni di euro

I debiti ci sono e sono anche tanti, ovvero pari a trentadue milioni di euro. Il bilancio con i dati del 2013 della società descrive una situazione che è comunque sotto controllo e non sbilanciata: i ricavi salgono a 25,8 milioni di euro, la perdita di esercizio è di 7,2 milioni di euro, di questi 2,5 milioni sono per ammortamenti e 4,1 milioni per svalutazioni e accantonamenti.
A questi conti sono aggiunti quelli della fine del 2014: il fatturato non è cambiato ma è simile a a quello dell’anno precedente mentre le perdite sono decisamente in calo. E poi c’è il patrimonio immobiliare, che è stato valutato pari a 28,1 milioni di euro, mentre l’indebitamento netto verso il sistema bancario sta salendo a  29,2 milioni.

Le parole di Maurizio Romiti

I numeri parlando di una realtà che sta cercando di lottare con una crisi che non sembra cessare e che è incominciata, ormai, cinque anni fa, ovvero nel 2010. “La Copaim ha subito duri colpi negli ultimi anni: prima la crisi congiunturale, che non è stata affrontata, poi l’alluvione e l’incendio al caseificio di Stribugliano. Siamo stati messi a dura prova e ora abbiamo tutti gli stumenti necessari per affrontare questa situazione”.
I soci hanno deciso di deliberare una ricapitalizzazione di circa cinque milioni di euro. “C’è stato l’interessamento da parte di alcuni imprenditori del settore che potrebbero entrare in Copaim. In questo modo arriverà nuova linfa per l’azienda e potremmo tranquillamente mantenere sia i livelli occupazionali che proseguire sull’apertura di nuovi canali commerciali, soprattutto all’estero”. I mercati ai quali si sta rivolgendo la Copaim sono quelli interessati al made in Italy. Ricordiamo che sono stabilimenti che producono una gastronomia di alto livello e che si collocano in Albinia, di Massa  Cozzile, in via Mazzini, di Trinitapoli (Barletta) e di Paternò, in provincia di Catania. Si parla di paesi come la Germania, addirittura gli Stati Uniti o il Medio Oriente e i paesi dell'Asia. Il piano industriale presentato alle banche prevede una vera e propria attività di lavoro concentrato. E' stato presentato agli istituti creditizi e le banche hanno già dato dei veri e propri segnali positivi.

Il lavoro garantito attraverso i contratti di solidarietà

I lavoratori della società, sono circa 200, e attualmente lavorano con contratti di solidarietà. “Ma l’utilizzazione di ammortizzatori sociali - spiega Romiti - non deve dare l’idea di una società in crisi, ma di un management che sta affrontando di petto la situazione”.
C'è poi la previsione della richiesta di concordato in bianco. “Lo abbiamo fatto a tutela dei creditori – spiega ancora il presidente - perché abbiamo subito un’aggressione che avrebbe potuto far sballare i nostri conti”. L'istanza di fallimento arriva da una società acquisita quasi dieci anni fa
L’istanza di fallimento che è stata depositata da parte del consulente di una società che era stata acquisita 8 anni prima e che ha, così, deciso di presentare una parcella da 800mila euro per servizi che secondo il cda non sono mai stati forniti. “Siamo stati costretti a rivolgerci alla Cassazione dopo che la Corte d’Appello aveva riformato la sentenza di primo grado che ci aveva dato ragione. In un momento come questo non possiamo permetterci di disperdere patrimonio per cose che non ci riguardano”.

Romiti non vuole perdere tempo, è una persona pragmatica che pensa al meglio della società

Le questioni che devono essere sistemate possono apparire spinose. Si parla molto della chiusura del caseificio di Stribugliano, dopo l’incendio che ha portato alla sua distruzione. “Non possiamo disperdere le nostre forze - aggiunge - e abbiamo deciso di procedere con la cessione di quell’impianto. Non ci sono ancora previsioni di vendita, ma abbiamo deciso di puntare tutto su quelle che sono le attività caratteristiche dell’azienda”.


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