Concordato Preventivo

Concordato per la Rota ed il Parma Fc


Si conta un passivo di 65 milioni di euro contro un attivo di 37 milioni basato su immobili per la società pisana.
E' giunta da parte  del Tribunale l’omologa del concordato preventivo predisposto nell’ottobre 2013 dalla “Costruzioni Luigi Rota & Co. Srl”. Si tratta di un concordato con delle cifre che fanno completamente percepire la crisi immobiliare e la sua capacità di porre in ginocchio anche realtà imprenditoriali solide come quella della famiglia Rota, massimo referente della storia dell’edilizia pubblica e privata in provincia e anche al di là dei confini pisani.
L'intero procedimento è stato seguito dal giudice delegato dal Tribunale Giovanni Zucconi. Su di esso vigila il commissario giudiziale, professor Francesco Poddighe, e si fa riferimento alla societa di costruzioni "Luigi Rota", la "Luigi Rota Costruzioni" di Rota Massimo & C. e la Ceis costruzioni edili stradali Srl.

Qual è l'attivo concordatario sottoposto a stima

I numeri. L’attivo concordatario viene stimato, attraverso diverse svalutazioni di prudenza, sui 37.000.000 di euro, mentre il passivo è stato bloccato a quota 65.000.000.
Con l’omologazione del concordato, la società si è impegnata entro tre anni a cedere totalmente il patrimonio aziendale.
La proposta che è stata sottoposta all'approvazione dei creditori e sulla quale il Tribunale non ha detto nulla in merito, ha previsto il pagamento in integrum delle spese di giustizia per 951.485 euro; il pagamento totale dei crediti assistiti da prededuzione per 1.743.923 euro; il pagamento integrale dei crediti assistiti da privilegio mobiliare, entro due anni dalla data di omologazione del concordato per 5.675.498; il pagamento integrale dei crediti assistiti da ipoteca stimati in 23.899.548 euro; il pagamento delle che erano state previste per i chirografari fissate in circa 33.000.000 di euro.

Le quote di soddisfazione arrivano fino al 100%

Le percentuali di soddisfazione nei confronti della massa dei creditori arrivano al cento per cento per i creditori privilegiati che richiedono 29.000.000 di euro. Mentre per i chirografari la percentuale del pagamento è stata fissata nel 12,9 per cento.
Si parla di circa 37.000.000 di euro di attivo che vengono per 33.000.000 da immobili e quasi 3.000.000 per crediti vantati dalla Rota oltre ad altri soldi dovuti a liquidità, partecipazioni azionarie e macchinari.
Il patrimonio,che è stato suddiviso tra le province di Pisa, Lucca, Livorno (anche all’Isola d’Elba) e Firenze, arriva a circa 75 immobili residenziali, 19 fabbricati di diversa destinazione e 21 terreni.

Si conta anche la presenza del Cantiere da terminare

Presente anche il cantiere di Gello a Pontedera che la società voleva terminare per poterlo includere all'interno del patrimonio da immettere sul mercato in modo da poter prendere le risorse per saldare le pendenze con i creditori.
Sono tre lotti di carattere residenziale per un valore pari a 2.120.000 euro. Per un lotto, quasi terminato, di 8 villette, la Banca di Pisa e Fornacette che ha iscritto ipoteca su tutto lo stabile, si è detta disponibile a finanziare i lavori utili per concludere le opere.

L'elenco dei creditori e le banche

L’elenco è formato da 726 posizioni creditorie e mette insieme, tra gli altri, circa 89 dipendenti, decine di professionisti, fornitori, banche, Inps, Inail, Equitalia, diversi Comuni pisani, Agenzia delle entrate.
Abbiamo poi le banche con la Mps che che fa da capofila con 2.970.000 euro. Successivamente Unicredit con 2.875.000, Cassa di Risparmio di Firenze con 2.527.000 euro, Cassa di Risparmio di San Miniato con 2.141.000 euro.

Intanto c'è il toto concordato anche per il Parma per bloccare il suo fallimento

Giampietro Manenti sta cercando una via per far terminare al Parma il campionato 2014/15 e raggirare tutti i creditori, dai giocatori agli steward.

Per bloccare il falimento del Parma fc, il giorno prima dell’udienza per il fallimento già prevista a metà marzo, Manenti dovrebbe richiedere un concordato, sulla scia della maggior parte della società meno famose di una squadra di calcio. Il giudice potrà concedere fino a 60 giorni di sospensione di ogni azione giudiziaria. Poi, che la società avanzi realmente la proposta di concordato o meno è uguale: 60 giorni oltre la metà di marzo, il campionato sarà già terminato.
I creditori sarebbero, dunque, obbligati a lavorare al fine di non perdere il diritto di ricevere i loro soldi, in particolare i calciatori che dovrebbero giocare in campo. I tempi così dilungati non servirebbero comunque ad escludere il fallimento del Parma una volta terminati i 60 giorni. Si salverebbe quantomeno la Lega, non ritirandosi la squadra in anticipo.


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