Pignoramenti

Come proteggere il deposito in banca dal pignoramento


Tutti, adulti o bambini, sono in possesso di depositi postali o bancari. Il denaro rappresenta sempre un rifugio sicuro per i risparmiatori. Tuttavia il conto corrente si espone a diversi problemi. Il fisco, prima di tutto: che con un monitoraggio quotidiano (reso possibile dall’Anagrafe tributaria e dall’Anagrafe dei conti) è in grado di sapere dove abbiamo il deposito, qual è il suo saldo e quali sono i movimenti. Molti sono i rischi di evasione fiscale con una successiva applicazione di tasse e sanzioni (vedi accertamenti Agenzia delle Entrate)
Il conto corrente è anche esposto ai creditori. Equitalia può consultare le banche dati, le banche idem e i privati le agenzie investigative.
Così, potete ben comprendere come sia facile aggredire un pignoramento presso terzi.
Cosa è possibile fare lecitamente per evitare di perdere tutto?
Ce lo dice la pratica. Ecco, dunque, alcuni preziosi consigli.

Conto in rosso nei limiti del fido e apertura del credito

Su un conto vuoto non ci sono pignoramenti da fare, ma il titolare non può utilizzarlo. Con il fido, invece, il correntista ottiene dalla banca la possibilità di prendere dal proprio conto non solo le somme che sono state depositate, ma una somma ulteriore che gli è prestata dall’istituto di credito.
Il saldo, così, resterà “negativo”, ma è un debito autorizzato in anticipo dalla banca. L’importante è non andare oltre il limite del concordato in contratto.

Se il correntista ha un conto con una provvista di cinquecento euro e un fido di mille, può prelevare dal conto tutto ciò che è stato depositato e mille euro. Se non ha superato il limite appena esposto, la banca non chiede il rientro.
Ogni versamento ulteriore che il correntista riceverà sul conto andrà a ripristinare prima il fido scoperto con la banca e poi, successivamente, la normale provvista, andando a far salire il saldo in “positivo”.
Nel momento in cui intervene un pignoramento bancario, il creditore non potrà bloccare nulla.
Quali sono gli inconvenienti?
Sono due: normalmente l’apertura di credito viene concessa a chi ha un’attività commerciale o professionale o, comunque, dà idonee garanzie di solvibilità (il fido, rappresenta un prestito a tutti gli effetti); se dovesse intervenire un pignoramento, non si potrebbe più utilizzare il fido, cosicché il conto verrebbe bloccato.

Prelevi quotidiani dal conto

Nulla vieta di prendere i soldi dal conto corrente e andarli a depositare in un altro conto, intestato ad una persona di famiglia. Così, il primo conto sarà sempre a saldo “0” e il pignoramento non troverà consistenze da pignorare.
Dall’altro lato, il secondo conto non potrà mai essere sottoposto a pignoramento perché in quanto intestato a un altro soggetto.

Svantaggi: bisogna preparare e firmare una scrittura privata registrata con il soggetto a cui è intestato il conto “beneficiario” dei versamenti: e ciò sia per evitare problemi con il fisco (che potrebbe chiedere al familiare da dove provengano tali redditi), sia per escludere che quest’ultimo, un giorno, rivendichi le somme;portare a “0” il conto corrente non salverà i successivi versamenti del datore di lavoro o della pensione. Questi saranno bloccati in automatico dalla banca non appena arriverà il pignoramento, in una misura pari alla somma pignorata.

La cointestazione con un familiare

Il conto corrente cointestato non può essere pignorato per intero, ma nei limiti del 50%. E questo è uno dei primi vantaggi.

In caso di conto cointestato, Equitalia non può bloccare il conto al 100% senza passare dal tribunale e, quindi, senza l’udienza di assegnazione delle somme. Infatti, il conto bancario o postale cointestato fa il suo ingresso tra i cosiddetti “beni comuni indivisi” la cui espropriazione può avvenire solo innanzi ad un giudice il quale è tenuto a controllare la regolarità delle operazioni di divisione.
La Cassazione inoltre ha spiegato che nel conto corrente bancario cointestato a più persone, le parti di ciascuno dei debitori e creditori solidali si presumono uguali – cioè al 50% – se non risulta diversamente.

Aprire un conto di riserva ma con un’altra banca

Il secondo conto permette che a fronte di un pignoramento sul conto principale, i successivi pagamenti possono finire nel secondo deposito.
È importante che il conto di emergenza sia instaurato attraverso una seconda banca: infatti il pignoramento del conto viene notificato alla banca come soggetto unitario, invitandola a bloccare le somme presenti sul conto, qualsiasi esso sia, quindi ogni somma di denaro, crediti, corrispettivi, trattenute, conti correnti, depositi azionari ed obbligazioni, titoli di Stato e qualsiasi altro bene fruttifero e non, intestato al debitore, fino a concorrere nel credito pignorato.

Depositare solo lo stipendio o pensione sul conto deposito

Per legge bisogna accreditare le pensioni superiori a mille euro in un conto corrente, il creditore può arrivare a pignorare ben oltre il limite di un quinto, in quanto una volta che le somme vengono depositate in banca, confondendosi con gli altri risparmi e ricavi, possono essere pignorate al 100%.
Lo stesso discorso dicasi per gli stipendi, che ormai vanno pagati sempre con strumenti tracciabili e, quindi, di norma con accredito sul conto.
Per impedire che il creditore blocchi lo stipendio per intero e non solo un quinto, si devono evitare versamenti diversi dalla pensione o dello stipendio. In questo modo è possibile far applicare la regola generale in base alla quale la pensione o lo stipendio non possono essere pignorati fino al minimo vitale (525,89 euro) e, per la residua parte, solo nei limiti di un quinto.


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