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Cda Spanair condannato per fallimento


I danni sono ingenti

Gli ex consiglieri del vettore di Barcellona fallito nel 2012 e la società pubblica del governo della Catalogna che amministravano il cda dovranno pagare 10,8 milioni di euro di danni, una somma ingente. La causa è stata intentata dal governo di Madrid. L'accusa è di aver deliberatamente ritardato la richiesta di bancarotta con la sponda della municipalidad de Catalunya, che ha continuato a iniettare denaro nella società ormai in crisi.

La società colpevole è la Avancsa

L’intero consiglio di amministrazione che è stato dichiarato colpevole e condannato a pagare 10,8 milioni di euro, insieme alla società pubblica del governo della Catalogna, la Avancsa, amministratrice di fatto della compagnia aerea.
La vicenda si chiude con una sentenza che non sembra avere precedenti in una causa intentata dal governo di Madrid, l’avventura imprenditoriale di Spanair, il vettore di Barcellona fallito nel gennaio 2012 con un costo per i contribuenti catalani circa 150 milioni di euro.
Tra le persone condannate anche Ferran Soriano, che era stato il presidente della compagnia e attuale consigliere delegato del Manchester City.

Le operazioni determinanti alla condanna

Stando al giudice della sezione numero 10 del tribunale commerciale di Barcellona, gli imprenditori e le società pubbliche che nel 2008 (l’anno che ci ricorda un altro evento, quello del salvataggio di Alitalia da parte della cordata guidata da Roberto Colaninno) hanno rilevato la maggioranza della compagnia, ritardando, in questo modo, deliberatamente la richiesta di bancarotta.

Si è continuato a “vendere biglietti come se non stesse succedendo nulla, dando al mercato un’apparenza di solvenza che si può qualificare in quel momento come irreale”. Spanair, infatti, era sul piano tecnico già fallita dal giugno 2011, e gli azionisti avrebbero dovuto comunicare la situazione al massimo entro agosto di quell’anno. Invece non lo hanno fatto. C’è poi stato l’appoggio della Generalitat de Catalunya, cioè il governo regionale catalano, che tra 2011 e 2012 ha speso almeno 91 milioni di euro di denaro fresco nelle casse della società per pagare gli stipendi, il carburante, lo sfruttamento delle rotte, l’assicurazione e l’affitto degli aeromobili, lasciando che i debiti verso le banche e i fornitori continuasse ad aumentare.

Le vicende intercorse nel 2012

Soriano, sottoposto ad interrogatorio dal giudice lo scorso luglio, ha affermato che “l’amministrazione pubblica finanziava l’affare perché di interesse strategico”. L’investimento nella compagnia aerea, era stato fatto con l’intenzione di far diventare l’aeroporto di Barcellona El Prat uno dei principali scali d’Europa. La situazione, però, si è aggravata nel momento in cui si è scelto di nascondere certi problemi. Così, quando, nel gennaio 2012, Qatar Airways ha abbandonato il tavolo delle trattative per l’acquisto di una quota, tutta la verità è venuta fuori. Le risorse pubbliche non ci sono più e il cda, con almeno sei mesi di ritardo, non ha avuto scelta se non dichiarare bancarotta. A quel punto il passivo aveva raggiunto i 474 milioni di euro e 2mila dipendenti erano in cassa integrazione.  

L’interdizione e i soggetti colpiti

Con la sentenza il giudice ha imposto alla maggior parte dei componenti del vecchio cda due anni di interdizione dai pubblici uffici. Il provvedimento ha colpito i consiglieri Michael Szucs, Benny Zakrisson e Karl Mats Erik Lönqvist di SAS (che aveva mantenuto una quota), Miquel Martí di Moventia, Jordi Bagó del gruppo del turismo Sehrs, Josep Maria Benet di Mediapro, Josep Mateu di RACC. Non c’è stata alcuna interdizione per gli altri condannati, Joan Gaspart di Turisme de Barcelona, Manuel Albanell di Catalana d’Iniciatives e Agustí Cordon di Fira de Barcelona.


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