E' una discussione calda quella delle politiche abitative che ha interessato in questo ultimo periodo i quartieri della città capitolina. L'emergenza abitativa ha portato ad una serie di proteste volte ad ostacolare le procedure di vendita delle abitazioni popolari.
Il Piano Casa Lupi-Renzi ha scatenato un vero e proprio polverone
Il polverone è stato sollevato sul Piano Casa Lupi – Renzi, nonché dal decreto attuativo ministeriale, posto al centro dell'attenzione, nel suo articolo 3. Ricordiamo, infatti, che quest'ultimo prevede la vendita all'asta delle abitazioni popolari con delle basi d'asta definite concorrenziali ed un diritto di prelazione in capo agli attuali assegnatari, abitanti delle medesme, di 45 giorni. Fondamentalmente una beffa ed un grave nocumento al diritto all'abitazione. L'operazione è palesemente diretta a privatizzare le case popolari, rivendica l'Unione Inquilini di Roma. Il sistema, infatti, si basa su una svendita del patrimonio immobiliari e su procedure di carattere speculativo. Tutto ciò ha spinto i cittadini assegnatari delle case popolari ATER di Primavalle a protestare.
Un piccolo corteo è stato organizzato sotto il Municipio durante la scorsa settimana
Durante la settimana precedente la protesta è stata portata sotto il palazzo del Municipio. C'è stato, infatti, un piccolo corteo condotto dalla Rete Territoriale Diritti Sociali Roma Nord che, invitava mediante volantini i passanti ad assediare il palazzo comunale. Tutto questo è accaduto lo scorso giovedì innanzi alla sede di via Mattia Battistini. Il gruppo di cittadini, munito di striscioni e megafono, è stato accolto dalle forze dell'ordine in tenuta antisommossa. La soluzione volta a prevenire rappresaglie è parsa del tutto esagerata, contribuendo, per altro ad accrescere il grado di tensione tra i manifestanti accorsi per sostenere le proprie ragioni. Per fortuna, nonostante ciò, non vi sono stati episodi di particolare violenza.
Il Comune si dichiara aperto al dialogo, ma afferma anche che non si sottoporrà a forzature
l capogruppo PD del Municipio XIV Julian Colabello ha spiegato che la porta è aperta, ma non perché ci si lascia influenzare dalle forzature, ma perché l'intento è lasciare le porte aperte ai cittadini. E si vuole che questo concetto sia abbastanza chiaro. Il medesimo sostiene che l'amministrazione comunale non ha reali competenze sulle abitazioni popolari, la medesima non è mai venuta meno alle richieste di tutela che provengono dalla cittadinanza presente sul territorio ed in particolare quella che usufruisce di alloggi popolari.
Colabello ha poi spiegato che l'intento principale è quello di continuare su questa strada, cercando di portare in Campidoglio le preoccupazioni che sono emerse durante il Consiglio Municipale di giovedì scorso da tutta la maggioranza, in merito alle nuove procedure di compravendita delle case popolari. Lo scopo è quello di avere la piena sicurezza che il Comune di Roma e la Regione Lazio non siano intenzionati a voler porre in essere nuove vendite all’asta di case popolari sul territorio della Capitale. Sembrerebbe, dunque, che ci sia l'intenzione di bloccare nuove vendite all'asta.
L'importanza del dialogo con il cittadino per l'applicazione del Piano Casa
Sonia Luche, consigliera PD e Presidente della straordinaria commissione municipale per le Politiche Abitative sottlinea, seanza ombra di dubbio, l'importanza di instaurare un dialogo con il cittadino. La settimana appena trascorsa ha fatto emergere serie preoccupazioni circa l'applicazione del Piano Casa nei quartieri della Capitale. Da parte del Comune c'è tutta la disponibilità ad incontrare sia una delegazione dell'Unione Inquilini che non ha voluto prendere pare alla manifestazione tenutasi sotto il Municipio, non ritenendo condivisibile i modi con i quali è stata condotta, sia una rappresentanza degli stessi cittadini. La possibilità di organizzare altri lavori delle Commissioni e del Consiglio sembra essere lontana, spiega la Luche, finché non vi sarà un vero e proprio dialogo. Per altro, alcune voci parlerebbero di una riunione in Commissione e in Consiglio, in settimana. Si tratta, però, di voci di corridoio smentite dalla Luche.
Colabello evidenzia come si stia cercando in qualche modo di influenzare i lavori del Municipio. Sottolinea che tale intervento sarà del tutto inutile. Tanto quanto non sembra possa essere accettato il tentativo di creare un conflitto sociale spingendo sulle preoccupazioni di coloro che oggi usufruiscono di un'abitazione popolare a Roma ed usare il Comune come il colpevole dell'intera vicenda politica.
Ora, successivamente al dialogo aperto in settimana, sarà organizzata un'assemblea pubblica con la cittadinanza con la quale, in base alla discussione che verrà svolta dalle parti, sarà proposto alla compagine restante dei consiglieri, una convocazione delle Commissioni e del Consiglio per parlare e giungere poi all'approvazione di atti utili, stando ai due consiglieri sopraccitati.