Studi e Ricerche

Caro bollette: le imprese che ne risentiranno di più


I rincari fatti segnare per le spese energetiche colpiranno famiglie e imprese in egual misura. Gli aumenti prevedono miliardi di euro di spesa. L'imponente aumento dei prezzi per le forniture energetiche, infatti, ha fatto segnare un indice al rialzo del 30%. Nessun settore imprenditoriale ne è stato esente. Costruzioni, trasporti e logistica hanno subito un rialzo della spesa media energetica. Solo il comparto turistico ha subito dei rincari leggermente inferiori al 20%.

Per il mese di gennaio 2022 il caro bollette in Italia prevede cospicui rincari. Infatti le stime prevedono un rialzo dei prezzi, per il primo trimestre dell'anno, del 112% rispetto allo stesso trimestre del 2019. Secondo un'indagine, realizzata dal Centro Studi della CNA, su un campione di circa 2.500 imprese italiane il 95% ritiene che, il caro bollette 2022, avrà un notevole impatto sulla propria attività. Solo il 5% indica, invece, che non subirà impatti negativi dal caro energia.

Dati alla mano

Nello specifico i dati mostrano che, per il comparto edile il caro bollette è aumentato del 33,1%, mentre i trasporti fanno segnare aumenti pari al 31,9%. Il settore manifatturiero, da parte sua, mostra un rialzo dei prezzi per la spesa energetica pari al 29,9%. Il caro bollette in Italia, dunque, inciderà su l'aumento dei prezzi di beni e servizi.

In questo senso, infatti, il 53% delle aziende italiane ha già annunciato ritocchi al rialzo dei propri listini. In particolare le manifatture e le costruzioni indicano un aumento dei prezzi pari, rispettivamente, al 62,8% e al 54,4%. D'altra parte, però, il 66% delle aziende del settore trasporti, il 56% delle imprese di servizio alle persone e il 66% delle aziende di servizio alle imprese dichiarano di non alterare, al rialzo, il proprio listino prezzi.

Le conseguenze del caro bollette

Sempre secondo lo studio effettuato dalla CNA, l'impennata dei costi energetici inciderà pesantemente sui margini di guadagno delle imprese italiane. Il taglio dei benefici, infatti, toccherà ben il 77,5% delle aziende prese a campione per la ricerca. Inoltre il 10,6% delle imprese esaminate prevede di ridurre notevolmente la propria produzione mentre il 6,8% delle imprese rischia il fallimento a causa del caro bollette. In questo quadro, piuttosto preoccupante, tuttavia il 17% delle aziende di servizio denuncia che non subirà un impatto significato dal caro bollette 2022. Lo stesso vale anche per l'11% delle imprese edili.

Iniziative di contenimento

Il** sistema imprenditoriale italiano** ha già messo in atto una serie d'iniziative volte ad attenuare gli effetti negativi dei rincari energetici. Nello specifico, infatti, il 43% delle aziende studiate dal CNA ha dichiarato che ridurrà altri capitoli di spesa, mentre il 42% delle aziende oggetto dello studio pensa di ritoccare frequentemente i propri listini prezzi. Infine una quota rilevante delle imprese campione, il 37%, si dice intenzionata a rinviare gli investimenti previsti per il 2022.

L'indagine della CNA, inoltre, mostra che, un’impresa su cinque è disposta a investire in tecnologie per l'efficientamento energetico sostenendo, in tal modo, gli oneri per la transizione energetica. Infine il 10% delle aziende campione stima che dovrà ridurre il proprio organico, mentre il 7,6% pensa a una riduzione dei salari.

Nuove strategie

Gli studi realizzati fin qui pongono in risalto tutta una serie di strategie volte al rafforzamento del sistema energetico italiano. Infatti ben il 91% delle imprese oggetto di studio ritiene prioritario il potenziamento delle fonti energetiche rinnovabili. Inoltre l'84% delle imprese intervistate pensa che sia necessario modernizzare le infrastrutture distributive. Infine la ricerca mette in evidenza come il 77,3% delle aziende sottolinei l’esigenza di avere un mercato energetico concorrenziale per abbassare gli oneri di sistema e porre un argine al caro energia.

Conclusioni

Dall'indagine effettuata dal Centro Studi della CNA emerge, tuttavia, un cauto ottimismo delle imprese artigiane in questa fase, delicata, della ripresa economica. Inoltre si capisce come, per supportare una reale ripresa dei settori imprenditoriali italiani, siano ancora necessari dei robusti contributi pubblici da parte di palazzo Chigi.