E non sono nemmeno tutte: molti di più i casi di sofferenza che gli istituti di credito stanno tollerando.
Basta effettuare una semplice ricerca in rete per capire le dimensioni del fenomeno. Il Tribunale di Busto Arsizio ha in archivio più di 50 appartamenti che finiranno all’asta da qui ad ottobre. Poi ci sono i siti specializzati, giusto per citarne uno: fallimenti.it ha migliaia di immobili all'asta.
Tutti numeri, ma dietro chi c’è? Famiglie in difficoltà economiche che si sono viste portare via la propria casa perché non sono riuscite a pagare il mutuo. Si trova di tutto: dal centro alla periferia, dal monolocale al trilocale. Con prezzi che oscillano dai 25 ai 100mila euro.
Un fenomeno in crescita
“Il fenomeno degli immobili residenziali messi all’asta è assolutamente in crescita”, dice Dario Minella, avvocato gallaratese esperto di diritto fallimentare. Il legale ha lavorato come delegato alla vendita per conto del Tribunale di Busto Arsizio.
Ed è un’approfondita conoscenza del contesto che lo porta a dire che gli immobili che potrebbero essere pignorati e finire al miglior offerente siano molti di più. “Non ho dei numeri precisi, ma l’impressione è quella che le banche abbiano molta più pazienza rispetto a qualche anno fa”. Prima della crisi “bastava saltare tre o quattro rate perché partisse il pignoramento. Oggi avviene solo dopo un mancato pagamento continuato”. Nonostante il crac del 2008, le banche non sono affatto più umane.
Perché accade tutto questo?
“Lo fanno per non abbassare il valore dell’immobile”. Quando un appartamento va all’asta, un perito deve stabilire quanto valga. Ma il prezzo di partenza dell’incanto è inferiore del 20, forse anche del 30%. Quindi un’asta permette sì alla banca di recuperare dei soldi, ma mai tanti quanti ne vale effettivamente la casa pignorata.
Anche perché un immobile all’asta “difficilmente si colloca alla prima occasione”. E nelle vendite all’incanto successivo viene applicata, ogni volta, una riduzione del 20%, come abbiamo specificato più volte. Per questo, vista la situazione di crisi, alle banche conviene essere più tolleranti verso chi non paga il mutuo: sarebbero loro le prime a rimetterci se facessero scattare tutti i pignoramenti. Così all’incanto ci finiscono solo gli appartamenti di chi non paga il mutuo per diverso tempo, situazioni che gli istituti di credito ritengono irrecuperabili. La loro diffusione è più ampia di quanto si possa credere.
All’asta si trovano “abitazioni in contesti degradati, dove magari molti inquilini sono morosi rispetto alle spese”, spiega Minella, “ma anche case di nuova costruzione, in buone condizioni di conservazione”. A prezzi di gran lunga inferiori a quelli di mercato. Col risultato che quello che per una famiglia è un dramma, per un’altra può diventare un affare.