Quest’ultimo è uscito indenne da due processi a suo carico. E’, infatti, recente la decisione della Corte d’appello di Trieste che ha assolto quest’ultimo dall’accusa di truffa aggravata ai danni di due imprese. Il 5 giugno lo stesso collegio del capoluogo giuliano lo aveva dichiarato innocente rispetto ad una bancarotta documentale della quale era chiamato a rispondere come socio occulto.
I fatti riguardano il 2008 ed entrambi si ricollegano alle attività della New World System. L’imputazione decaduta giovedì sera riguardava un presunto raggiro da centinaia di migliaia di euro ai danni della Artem e della Elcom, due realtà produttive della zona del Mobile.
Il procuratore generale aveva chiesto l’aumento della pena a sei mesi di reclusione subita in primo grado da Dall’Agnese, 53 anni, e dal titolare della Nws, il 64enne Alfeo Pessotto. La difesa (avvocati Pietro Ragogna e Fabiano Filippin) hanno puntato su altro. Ovvero, argomentando ampiamente sul fatto che l’operazione posta in essere poteva rappresentare qualcosa di pericoloso e anomalo ma si trattava comunque di un rischio legale che doveva essere corso.
Il lease back, che consiste in una serie di vendite e di finanziamenti, è ammesso dall’ordinamento e nessun curatore fallimentare aveva poi sollecitato la restituzione delle somme. Come se non bastasse, i veri truffati sarebbero stati gli istituti di credito e non Artem e Elcom, a conoscere il gioco finanziario costruito a tavolino. Tanto che le due società avevano denunciato la situazione solo per bloccare il protesto di alcuni assegni a vuoto, senza poi andarsi a costituire in giudizio.
I giudici d’appello, dove Piervalerio Reinotti era il presidente, hanno pienamente appoggiato la tesi secondo cui non esisteva alcun raggiro di carattere truffaldino, andando ad assolvere il consulente e derubricando in appropriazione indebita l’imputazione per Pessotto.
Benedetto Dall’Agnese è stato processato per la seconda volta in pochi giorni. Il 5 giugno il commercialista era finito nuovamente davanti alla Corte triestina per una condanna a un anno e mezzo di reclusione, con 10 anni di interdizione dalla gestione di imprese. In tale situazione all’uomo erano state addebitate varie condotte mirate al fallimento della Nws.
L’esperto contabile era stato ritenuto colpevole dal giudice per l’udienza preliminare di Pordenone, che lo aveva considerato un amministratore di fatto dell’azienda.
Differente, invece, era stata la ricostruzione degli avvocati Filippin e Ragogna, che avevano dato elementi che potevano giustificare ogni operazione. Alla fine è venuto fuori che Dall’Agnese non era altro che un impiegato della ditta e non aveva alcun poter di distrarre fondi o far sparire le scritture contabili.