E' necessario che Comune e Regione prendano una decisione, in mancanza di soluzioni ulteriori. Intanto le banche richiedono 160 milioni di garanzia.
La notizia sul futuro dell'Expo 2015 non è confortante
Possibile un'ennesima falla nel sistema di tentata acquisizione dell'Expo 2015. Infatti, non sono giunte sinora offerte per l'acquisto, successivo all'evento, dello spazio che sarà occupato a maggio 2015 dalla esposizione universale. Infatti, il presidente di Arexpo, Pilotti, ha spiegato che non sono state presentate offerte per il bando il cui termine ultimo era ore 12 del 16 novembre. E' ovvio che nasca la paura che la zona milanese venga lasciata al degrado, alla fatiscenza, all'occupazione abusiva, al malaffare e a tutto ciò che caratterizza in negativo una città. Arexpo ha pubblicato una nota, confermando che il Cda riunito chiede la convocazione dell'assemblea societaria in tempi urgenti.
Il lancio del bando d'asta risale al 19 agosto
Il bando di gara era stato pubblicato il 19 agosto 2014 e riportava quanto segue: “alienazione e riqualificazione dell’area attraverso la selezione di un progetto di riqualificazione conforme al masterplan e nel rispetto delle prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti sull’area stessa”. Arexpo ha spiegato che la base d'asta fissata come somma minima per l'acquisto del sito interessato era stata determinata con stima diretta dell'Agenzia dell'Entrate quale pari a 315.426.000 euro.
La missione speranzosa dell'operazione Expo
La missione era ricca di speranza per quei terreni: individuare un compratore che volesse spendere 315,4 milioni per la zona coperta da Expo e che lo facesse con un progetto che andasse a costruire un parco grande più della metà della superficie, dunque, un'area verde, con il minor numero di costruzioni possibili.
Tuttavia il bando per questa ricca area era accompagnato da un forte timore, quello che non si sarebbe presentato alcun acquirente per l'area di Rho-Pero. Il timore, purtroppo, si è rilevato fondato. La gara è andata completamente deserta. Ecco perché l'Arexpo, verificato un così grave insuccesso, ha chiesto la convocazione urgente dell'assemblea dei soci.
La patata salta in mano alla Regione e al Comune
Tocca ora al Comune e alla Regione, individuare una strada da seguire e da condividere su come andare avanti e su che tipo di soluzioni prendere. Questo è il pensiero del presidente della società titolare dei terreni, Luciano Pilotti. Ora bisogna cercare di realizzare un piano alternativo e presentare un nuovo piano alla cordata di banche a capo delle quali c'è Banca Intesa, le quali hanno investito 160 milioni di euro, in attesa che entro l'anno si palesasse un acquirente. Bisogna, dunque, realizzare un nuovo piano economico ed un progetto che possa realmente porre in discussione l'avversa situazione.
Intanto il mal tempo continua a fare i suoi danni
A Rho-Pero il mal tempo si è fatto sentire negli ultimi giorni e nonostante tutto, la struttura cantieristica dell'Expo sembra reggere. Sebbene la presenza degli operai sia ridotta, grazie alle idrovore e al sistema fogniario funzionante, non ci sono stati problemi di allagamento. Ma la spada di Damocle del post Expo contiua a pendere. L'attività di impresa non è mai stata semplice. Ciò non solo a seguito delle difficoltà di mercato, ma anche a causa dell'equilibrio instabile, instauratosi tra esigenze degli enti pubblici di recuperare gli investimenti fatti cercando di fare entrare almeno circa 300 milioni e quella di mantenere un disegno di un certo livello. Tale esigenze il bando aveva cercato di trattenerle: da un lato i privati avrebbero potuto presentarsi in gruppo al fine di sostenere il prezzo d'asta; dall'altra sarebbe stata prevista una premiazione dei progetti con dei punteggi maggiori per chi avesse realizzato costruzioni con meno dei 479.795 metri quadrati di case, uffici e negozi permessi.
Bisogna in tutti i modi evitare che l'area venga definitivamente abbandonata
La situazione sembra essersi fatta ancora più complicata. L'assemblea si terrà nei prossimi 1015 giorni. La prima difficoltà da arginare è rappresentata delle divisioni presenti tra i due azionisti che, con il 34,67% a testa sono a capo della Arexpo, ovvero, la Regione ed il Comune. Secondo la Regione una soluzione potrebbe essere rappresentata dalla suddivisione dell'area in lotti minori da mettere all'asta. Per il Comune, al fine di tutelare l'idea del parco e di andare contro la “spezzettatura”, si vorrebbe mantenere una visione unitaria. La divisione dei terreni condurrebbe ad una modifica dell'accordo urbanistico in Consiglio comunale che, però, dovrebbe poi superare il no della maggioranza si sconterebbe con una risposta negativa proveniente dalla maggioranza.
Una soluzione potrebbe essere quella di trasformare Arexpo da società di scopo, potrebbe occuparso direttamente della regia dell'Expo e scegliere un precetto. Il ministro con delega a Expo Maurizio Martina ha affermato “Si può fare un lavoro di squadra ragionando su innovazione e ricerca”. Il presidente del Consiglio comunale, Basilio Rizzo, ha chiesto che il post Expo sia sulla medesima linea dei contenuti dell'Expo. Ed invita a non usare la gara desera come alibi per rivedere le condizioni del piano urbanistico.