Si sta cercando a tutti i costi di trovare le risorse per pagare i creditori, assicurando un futuro ai 400 dipendenti. Si vuole, inoltre, accertare le responsabilità dello stato di insolvenza. 120 milioni di debiti che sono stati dichiarati dai giudici per Bames e ben 18 per Sem sono tanti.
I curatori di Bames, stanno ricercando i 70 milioni spariti mesi prima della dichiarazione del fallimento, assieme alla procura di Monza, così come si evince dal verbale dell’incontro avvenuto il 13 dicembre nella sede della Provincia di Monza e Brianza, ora presente sul sito internet sindacale della Bames.
Alla riunione convocata a palazzo Grossi dal presidente Dario Allevi presenti i curatori delle due aziende (i commercialisti Elena Quadrio e Italo Vergallo per Sem, Nadia Farina e Emanuele Zampieri per Bames), Gigi Redaelli e Angela Mondellini per Fiom e Fim e il sindaco di Vimercate Paolo Brambilla.
Molto preoccupante è la situazione di Bames, che occupa 300 lavoratori. Da ciò che è stato riportato nel verbale della ricostruzione fatta da Nadia Farina, viene fuori che l’attivo della società è molto ristretto. Infatti, in 15 mesi sono spariti i 70 milioni, forse trasferiti in Lussemburgo, forse verso altri. I curatori per ora stanno verificando lo stato del passivo.
Riva della Rsu di Bames spera che ben presto si capisca cosa ha portato al fallimento. Si parla della possibilità che alcune imprese si insidino in via Lecco. Si sta cercando di capire chi siano e di prolungare gli ammortizzatori sociali.
Sicuramente di minore gravità è la condizione di Sem Technologies, che ha un passivo di 18 milioni, ma importanti commesse aperte in Kuwait e Russia. I curatori hanno pensato di affittare o cedere il ramo d’azienda a una nuova società in attesa di trovare degli acquirenti.
Si potrebbe, però, interessare gli stessi dirigenti a intervenire nell’acquisto nel capitale di rischio dell’azienda. Il sindacato punta alla reindustrializzazione. Vedremo presto come andrà a finire questa lotta contro il tempo.