Le concessionarie auto italiane, negli ultimi sette mesi, hanno registrato un calo del fatturato che va dal 40% al 60% circa, ma se guardiamo al semestre, e in particolare alla fase di lockdown, si sono toccate punte del 98%. L'intero settore, nonostante i l'ecobonus statale che ha favorito una positiva, seppur contenuta, ripresa delle vendite nel mese di agosto, è in fortissima sofferenza. A denunciarlo è Federauto Confcommercio che parla apertamente di una crisi epocale, "aggravata da un altro aspetto negativo, ovvero il rischio di vedere sparire in fretta più di 150mila posti di lavoro in tutta Italia, considerando anche l’indotto". Nonostante i fondi stanziati dal Governo per incentivare la ripartenza – qualcosa come mezzo miliardo di euro – si stiano esaurendo ben prima della scadenza temporale, il settore automobilistico non riesce a ritornare ai livelli pre-Covid. La rete dei concessionari soffre ancora gli effetti della pandemia e rischia il collasso. A poco sono serviti i tentativi del Governo di rianimare un comparto vicino al collasso, ad oggi il 70% delle concessionarie sarebbe prossima al fallimento. Filena Esposito, delegata di Federauto Confcommercio Campania punta il dito contro una strategia degli incentivi che ritiene debole e non a fuoco: “Sia a luglio che ad agosto sono stati previsti dallo Stato incentivi insufficienti, calcolati peraltro senza tener conto del fatto che l’Italia dispone del parco circolante più vecchio d’Europa con un’età media per auto di circa dodici anni. Un vero e proprio flop per tutti. Concessionari e utenti. Pochi di loro hanno potuto beneficiare dei contributi previsti. Invece di correre ai ripari, il Governo ha deciso di stanziare maggiori incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici, che rappresentano appena il 2% del mercato. Il tutto giustificato da una politica green che dimentica di dire che i nuovi motori Diesel Euro6 sono poco inquinanti rispetto ai veicoli a motorizzazione tradizionale”. A livello europeo, peraltro, le cose non vanno meglio. Se in Italia agosto è stato un mese positivo, altrettanto non si può dire per gli altri paesi della Comunità che in piena estate hanno visto crollare le nuove immatricolazioni del 18% chiudendo di fatto un trimestre nero, in discesa costante. Secondo i dati appena pubblicati dall’Associazione europea dei costruttori di automobili, si è passati in appena 30 giorni dal -3,7% di luglio, al -18% di agosto. Un dato peggiore persino rispetto alle attese degli analisti che si sono trovati a fare i conti con le immatricolazioni che in Europa, nell'ultimo anno, sono diminuite di quasi un terzo, fermandosi a quota 7,3 milioni. Le vendite hanno tenuto meglio negli Stati Uniti, mentre in Cina sono decisamente in crescita. Il crollo europeo ha avuto un effetto fuori misura sui fornitori con ordini a picco per la componentistica. Continental AG, uno dei maggiori produttori al mondo di componenti, ha dichiarato che questo mese taglierà 30.000 posti di lavoro, mentre il concorrente Schaeffler AG sta procedendo al icenziamento di 4.000 dipendenti e con la chiusura o vendita di diversi stabilimenti.