Dai pm c'è l'ok al piano 'in continuità' perché "un ipotetico fallimento rappresenterebbe uno scenario peggiorativo. Adesso si attende via libera dai giudici del Fallimentare e dall'assemblea creditori
Gli inquirenti della Procura di Roma hanno dato parere favorevole al piano di “concordato preventivo in continuità” presentato nelle scorse settimane dall’azienda del trasporto pubblico Atac, alle prese da tempo con un debito-voragine da 1,4 miliardi di euro. In particolare il procuratore aggiunto e i sostituti hanno ritenuto che un ipotetico fallimento dell’Azienda pubblica, che conta 11.700 dipendenti, rappresenterebbe lo scenario peggiore e dunque va garantita la continuità aziendale invece di un possibile fallimento e di una amministrazione controllata. Se Atac dovesse fallire e fosse messa in vendita, ritengono i pm, le incertezze per i creditori sarebbero maggiori. Nelle scorse settimane si era registrato come il Comune di Roma si fosse immolato per tentare di salvare Atac rinunciando di fatto a mezzo miliardo di euro. Secondo l’analisi dei pm, senza concordato potrebbero essere in forse perfino quei pochi soldi che Atac si dice invece disposta ad assicurare. A questo punto saranno i giudici del tribunale civile a decidere, probabilmente già prima dell’estate. Il piano potrebbe comunque essere respinto dal fallimentare. In ogni caso dovrà passare il vaglio dell’assemblea dei creditori. Il primo piano industriale formulato dalla municipalizzata era stato sottoposto a una serie di critiche dai giudici, in seguito i commissari avevano proposto la nuova versione che oggi è stata accolta dai pm.