Ora la municipalizzata romana dei trasporti rischia davvero il fallimento
Colpo di scena per l'intricata vicenda di Atac, l'azienda romana dei trasporti. Sembrava tutto a posto e invece il concordato presentato dal Municipio farebbe acqua da tutte le parti. Perizie da rivedere, dati non consegnati, indeterminatezza, a tratti superficialità. Nel decreto che il Tribunale fallimentare ha notificato ieri ad Atac, la grande municipalizzata dei trasporti, sarebbero contestati punto per punto i pilastri del piano di concordato proposto. Un piano, come scrive il quotidiano il Messaggero, costato oltre 12 milioni di euro, tra consulenze per consulenti e fatture da pagare ai periti. L’atto, consegnato in queste ore dal presidente Antonino La Malfa e i giudici Lucia Odello e Luigi Argan, parla di “profili di inammissibilità” e proprio questo ha fatto fibrillare l’Amministrazione Raggi in tutta la sua composizione. Atac, va detto, è la più grande multiservizi d’Europa, ed il suo crac rappresenterebbe un colpo mortale per l’occupazione e l’economia di Roma, ma i conti sono presto fatti, visto il miliardo e passa di debito. Il Tribunale, poi, mette nel mirino anche le pianificazioni future, come l’acquisto di bus per un controvalore di 89 milioni, quando altri capitoli di bilancio parlano di esposizioni molto rilevanti nei confronti dei fornitori. Ora si attende con ansia il prossimo 30 maggio, giorno in cui è stata fissata l’udienza che dovrà chiarire alcuni di questi punti controversi.