L'azienda dei trasporti di Roma si accorda con i sindacati. Il presidente Paolo Simioni: «Primo passo per la soluzione della crisi»
L'azienda di trasporto romana,Atac, che due mesi fa è stata ammessa allaprocedura di concordatoha raggiunto un accordo con leorganizzazioni sindacaliche prevede l'avvio immediato dell'incremento di produttività previsto dal Piano Industriale, grazie anche al passaggio per tutti i reparti dell'Azienda da 37 a 39 ore di lavoro settimanali. L'intesa è stata firmata dall'azienda con Cgil, Cisl, Uil, Faisa Cisal e Ugl, e rappresenta la concretizzazione di uno dei principali pilastri del nuovo piano industriale. Tale piano, infatti, prevede, «oltre all’incremento dell’efficienza operativa, il riassetto ed efficientamento della struttura direzionale e dell'intera articolazione organizzativa della società, il riposizionamento commerciale e conseguente incremento dei ricavi da mercato, la valorizzazione degli Asset commerciali e la trasformazione digitale dell'azienda».
Le tappe della vicenda Atac
Atac è stata ammessa al concordato in continuità a fine settembre. Dopo un'estate di passione, la società dei trasporti pubblici romani tenta la strada del risanamento attraverso la ricerca dell'accordo con i creditori. L'okay del tribunale è arrivato il 27 settembre: a darlo è stato il giudice Lucia Odello che ha nominato tre commissari che sovrintenderanno la procedura. A luglio, l'ex direttore generale diede l'allarme sui conti Atac. Pochi giorni dopo, si dimise.
Il futuro
Naturalmente i problemi di Atac non si esauriscono qui. L'ammissione al concordato e l'accordo con i lavoratori non è che il primo passo di un percorso. Certo, fondamentale: le azioni di pignoramento e recupero crediti sono bloccati. I conti sono in rosso e nel 2015 il bilancio si è chiuso con una perdita di un'ottantina di milioni. Gravata dai debiti che rischiavano di bloccarne l'operatività, l'azienda pubblica è ora al lavoro per presentare un piano di rientro parziale che dovrà poi essere votato dai creditori. Il loro parere sarà il momento più delicato: in caso di voto contrario il tribunale darà via libera alla procedura di liquidazione della società pubblica. Di certo con l'accordo raggiunto con i lavoratori, si scongiurano i rischi di scioperi e altre proteste che potevano ulteriormente minare l'azienda.