Il mercato viene depresso da meccanismi di vendita complicati e poco trasparenti ma c'è chi sta provando a reagire
Una costante distruzione di valore. La difficoltà di vendere gli immobili che finiscono all'asta a causa delle sofferenze bancarie porta a perdite miliardarie. E' quanto emerge da uno studio, riportato dal Sole 24 Ore, e pubblicato dal gruppo Sistemia. Attualmente in Italia - secondo i dati del ministero della Giustizia - ci sono 357mila immobili all'incanto. Si tratta di case, capannoni e altri edifici figli di mutui e finanziamenti andati in sofferenza. In totale 88 miliardi di euro di valore immobiliare che, però, potrebbero essere venduti a circa 25 miliardi. La differenza di 63 miliardi è il valore distrutto da questo meccanismo.
Le debolezze del sistema tradizionale delle aste
Secondo quanto riportato da Sistemia buona parte della colpa è da individuare nel ferraginoso meccanismo che governa le aste immobiliari in Italia. Una nicchia che spesso è conosciuta solo dagli addetti ai lavori, poco pubblicizzata, in mano ad un numero ristretto di operatori che ha interesse a comprare a prezzi bassi per poi ristrutturare e rimettere sul mercato. Così per vendere un immobile, calcola Il Sole 24 Ore, servono quattro anni in media e in alcune ragioni si arriva a quattromila giorni. Cioè più di un decennio. Nel frattempo il valore iniziale stimato si abbassa, deprimendo il mercato.
Un mercato per pochi addetti ai lavori ma qualcosa sta cambiando
A testimoniare "l'alone di opacità" delle aste sono diversi operatori a partire da Giovanni Gilli, di Intesa Sanpaolo e Paolo Sgritta, del Gruppo Sistemia che ha in portafoglio circa 5 miliardi di Npl (Non performing loans). Gli stessi gruppi bancari si stanno muovendo per aumentare la partecipazione degli investitori. Sono i cosiddetti "facilitatori d'asta" che attraverso diversi meccanismi hanno come obbiettivo quello di aumentare l'interesse attorno agli immobili. Sistemia ha creato ad esempio una vetrina su internet che aiuta gli investitori ad acquistare casa, supportandoli anche nei passaggi burocratici. Con una certezza alla base: solo la trasparenza, la velocità e la garanzia di un acquisto in sicurezza può aiutare il mercato, le banche e le famiglie.
Incentivi terminati e non rinnovati
L'atteggiamento dello Stato è ondivago, non sempre determinato a interrompere quello che sembra un circolo vizioso. A giugno non è stato rinnovato il forte incentivo fiscale che era stato concesso a chi acquistava all'asta e non è stato rinnovato. Un elemento che rischia di frenare molti investitori. C'è però - ricorda il Sole - una nuova possibilità da poco introdotta: concedere a chi partecipa all'asta di proporre un prezzo inferiore del 25 per cento al valore base fissato dal Tribunale. In questo modo si accorciano i tempi della vendita. Inoltre è prevista la messa on line di un sito in cui si pubblicizzano le aste immobiliari di tutta Italia.