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Stefanel all'asta, offerte entro il 1 luglio


Il Commissario straordinario di Stefanel S.p.A, la celebre catena di abbigliamento veneta in amministrazione straordinaria dal settembre scorso, ha aperto la procedura di vendita del brand. L'asta per la cessione, che scade alla mezzanotte di mercoledì 1 luglio, riguarda entrambe le business unit in cui è strutturato il gruppo: quella di Stefanel, che conta, oltre ai diritti sul marchio circa 30 negozi in Italia, l’immobile di proprietà a Ponte di Piave (TV) dove viene esercitata attività di carattere amministrativo, tecnico/organizzativo e commerciale; e quella di Interfashion, che cura la produzione e la distribuzione dei capi a marchio HIGH (posseduto dalla controllata lussemburghese HI-INT SA, inclusa nel perimetro della business unit). Il tutto occupa oltre 150 dipendenti. Le manifestazioni di interesse, da formulare nei termini del Disciplinare della procedura di cessione pubblicato sul sito web www.amministrazionestraordinariastefanel.it dell’amministrazione straordinaria dovranno pervenire a mezzo e-mail all’indirizzo as1.2019venezia@pecamministrazionestraordinaria.it. Ma il termine per la presentazione delle manifestazioni con carattere vincolante è fissato per l'autunno. Sarà settembre, dunque, a dirci se il brand avrà o meno un futuro. Come ricapitola anche il Corriere della Sera, la crisi di Stefanel viene da lontano. La crescita dei brand del fast fashion (da H&M a Zara) prima, il boom dell'e-commerce poi, hanno via via eroso il colosso veneto dell'abbigliamento che non è riuscito a reagire e a modernizzare i propri processi di produzione, vendita e marketing. La crisi, nero su bianco, era scoppiata ufficialmente nel 2016 con i due fondi Oxy Capital e Attestor Capital - sintetizza il portale economico BeBeez.it - che avevano sottoscritto un aumento di capitale da 10 milioni di euro nell’ambito di un accordo di ristrutturazione del debito omologato dal Tribunale di Treviso nell’ottobre 2017. La maggioranza della società era poi passata totalmente nelle mani dei fondi, con Giuseppe Stefanel, ultimo membro della dinastia originaria, che aveva mantenuto una esigua minoranza del capitale totale. Il piano di rilancio, tuttavia, si era presto arenato incappando nelle difficoltà del retail più classico, nel contesto generale di calo degli acquisti di abbigliamento e, ovviamente, nella crescita degli acquisti online. Si era arrivati alla richiesta di concordato preventivo (dicembre 2018) mentre le perdite salivano vertiginosamente a 21 milioni di euro a fronte di un patrimonio netto crollato da 13 a 7,5 milioni. Il piano concordatario, tuttavia, non era mai giunto sul tavolo dei giudici e nel giugno 2019 il Gruppo aveva chiesto e ottenuto l'ammissione all'amministrazione straordinaria. A fine novembre 2019, quindi a 60 anni esatti dalla sua fondazione, il debito finanziario netto di Stefanel aveva toccato i 94,2 milioni di euro. Ora il Commissario tenta di invertire la tendenza negativa puntando sulla cessione di store, marchio e fabbrica. Ma il 'post-Covid', con tutte le sue incertezze, potrebbe frenare la strategia di ripartenza.


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