Asta Giudiziaria

Asta per Camping Internazionale Etruria di Castagneto


La prima vendita all’asta dell’Internazionale Camping Etruria di Castagneto è stata decisa per il 10 luglio alle 11. Il campeggio è di proprietà della famiglia Doveri, al centro di una inchiesta che riguarda la bancarotta fraudolenta, dove Giuseppe Doveri è imputato.

Una base d’asta di circa 2,5 milioni di euro per il 50% delle quote, riconducibili alla Turmar spa, società dichiarata fallita l’anno scorso, al centro di accertamenti della guardia di finanza.

L’altra metà del capitale, nei mesi passati, ovvero quello salvato dal tracollo perché intestato alla società Camping Etruria srl, per la quale il 6 giugno verrà presentato il concordato, viene venduto dall’imprenditore ad una società del settore.

La prima asta prevede un rilancio minimo di 10 mila euro.

Stando alle parole relative alla ricostruzione effettuata dal pubblico ministero Luca Masini, che ha effettuato le indagini, il campeggio Etruria rappresentava, per così dire, il salvadanaio dell’imprenditore. Molte sono state le intercettazioni che sono state inserite negli atti del processo (la prossima udienza verrà effettuata questo mercoledì) dove gli indagati parlano della struttura ricettiva, oppure mentre sono all’interno della stessa.

Le liste testimoniali predisposte dal pubblico ministero riguardano, per la maggiore, in buona sostanza, degli ex dipendenti che gestivano l’amministrazione e i conti.

Il campeggio di Castagneto è però nell’occhio del ciclone per altre questioni, legate a Giuseppe Doveri e al sindaco del comune. Stando a quelli che sono i fatti, l’imprenditore avrebbe assunto il figlio di Fabio Tinti, in cambio di alcune concessioni, ovvero aver assunto il figlio di Fabio Tinti, per ottenere in cambio i permessi necessari e costruire un complesso turistico nella zona di Donoratico.