Lavendita di un immobile all’asta giudiziariaè stata completamente rivoluzionata dal “Decreto Salva Banche”.Dall’entrata in vigore del menzionato decreto, infatti, vendere la casa all’asta giudiziaria sarà molto più semplice. I tempi si sono notevolmente ridotti: non è più necessario, infatti, attendere il ribasso del “prezzo base” a seguito delle vendite giudiziarie andate deserte.
Spesso, infatti, i creditori dovevano attendere lunghi periodi di tempo causati dalla necessità di far abbassare il prezzo iniziale dell’asta giudiziariamediante la procedura dell’asta deserta. E’ chiaro che, in tutti questi casi, potevano davvero trascorrere molti anni prima che l’intera procedura giungesse ad una sua conclusione e prima che il beneimmobile non venisse comprato. Il debitore, in pendenza della procedura, continuare ad abitare nella casa pignorata e messa all’asta.
Ebbene, con il “Decreto Salva Banche”, il Governo vuole accelerare ipignoramenti immobiliarie laprocedura delle aste giudiziarie.La ratio di tale intervento legislativo è chiaro: le Banche che agiranno per attivare la procedura forzata contro i debitori che non pagano le rate del mutuo saranno incentivate ad acquistare il bene immobile che esse stesse hanno messo all’asta. Le banche sono incentivate all’acquisto proprio dai tempi ridotti del pignoramento e della procedura delle aste giudiziarie.
Il “Decreto Salva Banche”prevede infatti una serie di modifiche tutte a vantaggio del soddisfacimento del credito da parte delle Banche. A seguire tutte le agevolazioni e i benefici introdotti dal citato decreto e che snelliscono l’intera procedura.
Asta immobiliare e imposta di registro: ecco cosa è cambiato con il Decreto Salva Banche
La nuova disposizione normativa contenuta nel “Decreto Salva Banche” abolisce, sostanzialmente,l’imposta di registroin tutti quei casi in cui l’acquisto del bene immobile sia conseguente e connesso ad unaprocedura esecutiva giudiziaria.Se prima la tassa di registro era pari al 9%, dopo il “Decreto Salva Banche” tale imposta haun importo fisso di 200 euro.
Chi acquista unimmobile all’asta giudiziariadovrà dunque pagare l’importo fisso di 200 euro, a prescindere dal valore del bene immobile stesso. E i vantaggi sono davvero tanti: basti pensare che, su un bene immobile del valore di500.000 euro,l’imposta di registro sarà sempre di200 euroenon più di 45.000 euro.La differenza è davvero sostanziale per chi vorrà acquistare un immobile all’asta giudiziaria. I vantaggi dell’acquisto della casa all’asta sono ancora più evidenti grazie ai benefici di carattere fiscale introdotti dal “Decreto Salva Banche”. Il Legislatore, in buona sostanza, ha voluto incentivare lapartecipazione alle aste giudiziarietagliando i costi dell’imposta di registro ed evitando, così, il dilungarsi dei tempi a causa dei troppi ribassi.
Asta immobiliare e imposta di registro: le condizioni imposte dal “Decreto Salva Banche”
Se è vero che il Legislatore ha voluto, con il “Decreto Salva Banche” incentivare ed agevolare la partecipazione alle aste giudiziarie e l’acquisto degli immobili, dall’altra ha comunque fissato alcune condizioni e limiti ben precisiall’applicazione di una imposta di registro così esigua.E’ vero che l’importo della tassa di registro ora è fisso e corrisponde a200 euro,è vero che la sua determinazione non dipenderà più dal valore dell’immobile messo all’asta ma è anche vero che, per godere di questo interessante beneficio, il “Decreto Salva Banche” ha posto una condizione. Ebbene, l’unico limite, l’unica vera condizione prevista dal Legislatore per godere di unaimposta di registrocosì esigua è che ilbene immobile acquistato all’asta giudiziariadeve essere necessariamenterivenduto entro due anni dall’acquisto.Potranno inoltre godere dell’agevolazione fiscale tutti coloro che acquisteranno l’immobileentro il 31 dicembre 2016,salvo eventuali proroghe successive. Potranno avvalersi del beneficio fiscale sia le persone giuridiche che le persone fisiche.
Asta immobiliare e imposta di registro: i veri destinatari del beneficio fiscale introdotto dal “Decreto Salva Banche”
E’ molto semplice individuare iveri destinatari del beneficiocontenuto nel “Decreto Salva Banche”. Nel momento in cui il Legislatore pone la condizione della successiva vendita del bene immobile entro due anni dall’acquisto, è davvero semplice “tirare le somme”. Ebbene, è chiaro che i destinatari del beneficio fiscale introdotto dal “Decreto Salva Banche”non sono i comuni cittadini che intendono acquistare la prima casa all’asta giudiziaria per godere del bene immobile per tutta la vita ma coloro che intendono sfruttare tutti i vantaggi connessi all’acquisto e, in particolare, a coloro che vogliono“speculare” sull’acquisto stesso.
L’intento del Legislatore è davvero chiaro: favorire le banche o, comunque, i grandi investitori che hanno a disposizioni ingenti flussi di denaro.