Nessuna offerta è arrivata in Loggia, non ci sono state buste per nessuno dei 15 lotti messi in vendita, cosa alquanto strana ed inaccettabile. La sorpresa non è stata molto positiva per l’assessore al Bilancio Paolo Panteghini. Anzi, è stato un vero e proprio rammarico per la brescianità, secondo il sindaco Emilio Del Bono.
Ora la Loggia dovrà decidere cosa fare. Sicuramente scondo Panteghini si trattava di una buona occasione, un bando così strutturato che non andrà a ripetersi facilmente. Se c’era chi sperava in una seconda chance, con un ribasso d’asta, ha fatto male i conti.
Panteghini ha ricordato che la vendita era stata studiata in costante dialogo con le associazioni. La Loggia ha il 96% della Centrale, attualmente. La volontà è quella di tenere il controllo pubblico, cioè il 51%.
Il 44% sarà messo in vendita. E’ stato studiato un sistema per favorire i produttori locali, andando a strutturare la vendita in 15 pacchetti, ognuno con un valore di 875 mila euro.
Si è voluto fare un esperimento di capitalismo democratico, in quanto si tratta della prima provincia italiana a produrre latte con una Centrale di eccellenza. Si è scommesso sulla maturità del capitalismo bresciano ma l’esperimento è fallito. Purtroppo i dati parlano da soli, in questo caso.
Cosa è successo adesso non è chiaro. Il bando non si è ripresentato. Il pacchetto del 44% potrebbe essere venduto in blocco e potrebbero essere studiate altre modalità per poter garantire una certa continuità aziendale.
Sembra di capire che le resistenze verso gli appetiti delle grandi multinazionali potrebbe venire meno. Resta però la situazione di delusione e di stupire. Le alienazioni non sono state facili ma attraverso la Centrale si immaginava un esito diverso, ribadisce Del Bono. Probabilmente non si pensava ad offerte del 44% ma sicuramente di una decina di lotti si.
Il flop della gara sarà messo in discussione per le opere pubbliche. I cantieri, per 17 milioni sono in buona parte finanziati dall’alienazione della Centrale del Latte. Il valore di A2A è salito, e per la vendita del 2,5% si spera di incassare più risorse di quelle attese, una parte di esse verrà usata per gli interventi in conto capitale. C’è, poi, chi pensa anche alla vendita di Centropadane. In questo modo la potrebbe tornare finalmente sul mercato.