Il Parlamento europeo ha emanato le norme quadro per il risanamento e la risoluzione delle crisi bancarie che impongono che siano i beneficiari primi di un istituto di credito, cioè azionisti e possessori di obbligazioni, a subire perdite se una banca è in crisi e necessità di un intervento di risanamento.
Le norme sono state approvate da 587 deputati, 80 hanno votato contro, 10 hanno deciso di astenersi. Il voto è il frutto dell'accordo raggiunto con governi ed esecutivo di Bruxelles.
Quali sono le novità? Viene spostato l’onere sul settore privato: azionisti e creditori degli istituti di credito, onere di intervenire per risanare e gestire in modo ordinato il fallimento.
Con questo nasce un sistema europeo per vigilare sulle banche della zona euro e gestire i fallimenti. Il francese Michel Barnier ha presentato tutte le proposte per la riforma complessiva del sistema finanzario e bancario negli anni della crisi finanziaria. Il Consiglio adotterà i testi in via formale.
Sono tre le misure attraverso le quali le banche sosterranno i rischi di fallimento sulla base di un certo ordine per il cosiddetto "bail-in" che non verrà applicato ai depositi protetti dal sistema di garanzia (fino a 100.000 euro), ai finanziamenti interbancari a breve termine o ai crediti delle clearing house dai sistemi di pagamenti e regolazione che stanno per scadere in 7 giorni, agli asset dei clienti o passività come salari, pensioni o tasse.
In presenza di alcune eccezioni le autorità possono scegliere di escludere certe passività se strettamente necessario per assicurare la continuità dei servizi critici della banca o per prevenire rischi in altre parti del sistema finanziario o se non possono essere usate in tempi ragionevoli.
Gli azionisti saranno in prima posizione per assorbire le perdite, a seguire i possessori debito subordinato, poi quelli di debito senior. I depositi di Pmi e persone naturali, inclusi quelli di ammontare superiore a centomila euro, arriveranno dopo i creditori senior. Il grado di distribuzione degli oneri degli interventi privati dipende dai seguenti fattori: banche, ammontare delle perdite e
situazione economica generale. In casi eccezionali e se utile per preservare la stabilità finanziaria, il "bail-in" dovrebbe essere concluso raggiunto l'8% delle passività della banca capitale incluse o alternativamente il 20% degli asset ponderati per il rischio in situazioni specifiche.
A seguire scatta l'intervento del fondo di risoluzione che può assumere fino al 5% delle perdite. Fondi pubblici nazionali possono essere utilizzati per sopportare il fondo di risoluzione per coprire direttamente le perdite oltre il 5%. Nelle situazioni di stress sistemico, invece, i fondi pubblici possono essere rimpiazzati direttamente dal fondo di risoluzione ma solo dopo che c'è stato l'intervento privato fino all'8%.
Da Strasburgo è arrivato anche l'aggiornamento delle regole sulle garanzie dei depositi bancari. Sarà assicurato che i depositanti possano essere rimborsati fino a centomila euro più velocemente se una banca fallisce.